Francesco Salerno, aspirante sindaco di Riace, ma eterno vice
di Peppe di Salvo
Francesco, Franco per tutti, Salerno è una persona dai modi affabili.
Risulta gentile, profuma di dopobarba, non ha le mani sudate.
Firma col titolo di geom. i messaggi whatsapp.
Vive arroccato nel suo lavoro e nella morale che ne asseconda ogni passo fino però a fargli giudicare chiunque.
Ha ricoperto per un ventennio (non “quello” eh…) incarichi politici di rilievo assurgendo al ruolo di vicesindaco di Riace.
Nei quindici anni successivi, ogni volta che si è candidato da primo cittadino non ce l’ha mai fatta.
Nel corso delle sue sconfitte ha pure cambiato idea politica.
Essì. Da segretario del circolo locale del PD, con tanto di tessera e tesserati, per il mancato appoggio del partito alla sua candidatura (sostegno offerto, invece, al suo antagonista, Domenico Lucano) è diventato un fiero oppositore della sinistra prediligendo la nomenclatura dell’attuale – desolante, nda – destra d’impronta salviniana.
Insomma, come se un tifoso della Juve diventasse interista perché la sua squadra viene retrocessa in B.
Sconfitta dopo sconfitta, finalmente è tornato dove sempre ambisce.
Sempre da vicesindaco; non da Sindaco.
E sperando che, nonostante l’assenteismo al consesso comunale che da consigliere di minoranza ha sistematicamente disertato, stavolta garantisca (e ne siamo certi) una costante presenza.
Finchè dura. Perché la sua amministrazione aspetta ormai di essere decapitata dalla sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria che dovrebbe confermare la pronuncia di decadenza – a svantaggio del Sindaco Trifoli – già resa dal Tribunale di Locri.
Di lui si dicono, come di tutti, molte altre cose.
E lui ne ha per tutti: non vi elenco le dediche personali che come una litania declina sul mio conto privato.
Ma io, come disse “qualcuno”, HO LE SPALLE ALTE! (#ridoabbestia).
E non sono certo il difensore di chi, Franco, mal patisce.
Però devo muovergli censura: mentre lui può anche subire attacchi politici essendo una figura istituzionale, pubblica, parte di un’amministrazione comunale, non comprendo proprio perché attacchi i suoi avversari sul privato: e li insulti.
Stavolta è toccato alla malcapitata Jasmine Cristallo etichettata come poveretta, str… e degradata a un dispregiativo “convivente” (secondo un qualche vangelo apocrifo).
Oh Franco! Te la posso dire una cosa (a differenza di chi ti sorride e ti sfascia dietro)?!
Un detto siciliano recita: u’ immusu pa so via, u so immu un su talìa.
Insomma, non guardare sempre in casa d’altri ergendoti a candida puella.
Non far valere teoremi per cui “se hai un affetto indagato – e fino a prova contraria innocente – anche tu non sei buono” perché varrebbero anche per altri, magari, te compreso.
Non pensare all’onta del passato: lavora all’unità di un paese che, se ieri era spaccato, oggi – con questo modo di fare – è frantumato.