Camini: il paese dell’accoglienza riparte dagli “Intrecci di Comunità” e dall’imprenditoria solidale
All’insegna della solidarietà imprenditoriale, delle buone pratiche di inclusione lavorativa dei giovani e dei rifugiati e dello sviluppo economico e culturale del territorio, le due giornate svoltesi a Camini (RC) venerdì e sabato scorsi.
La visita dell’imprenditore Sandro Picciolini, dell’azienda umbra Horo-Divania, e del regista Folco Napolini è stata una preziosa occasione per consolidare il rapporto tra Terni e Camini iniziato in piena emergenza Coronavirus. «Quello che mi ha colpito di Camini è la generosità, il desiderio di voler fare la sua parte in un momento così critico, ma anche l’umiltà e l’impegno del suo Sindaco, Pino Alfarano, sempre attivo e pronto ad attivare sinergie solidali» ha dichiarato il regista umbro Napolini che, in collaborazione con la Cooperativa sociale Hermes 4.0, lo scorso 14 agosto aveva consegnato il Premio Mediterraneo alla comunità di Camini, riconoscimento a chi si è distinto per valore e impegno civile. Il Premio quest’anno, V edizione, si svolgerà proprio a Camini e darà vita ad un importante evento artistico e culturale.
Ad aprile Napolini, seguendo il desiderio di dare sostegno alla comunità di Camini, ha coinvolto l’azienda di Terni, Horo-Divania, che con un ponte di solidarietà ha immediatamente e generosamente inviato metri di tessuto TNT e “buccia d’uovo”, allora estremamente difficili da reperire. La donazione ha permesso ai rifugiati dei centri di accoglienza di Camini, gestiti dall’Eurocoop Servizi Jungi Mundu, di continuare a produrre e distribuire gratuitamente più di 5000 mascherine a cittadini, associazioni, ospedali, in tutta Italia e anche in Francia e Germania.
Il venerdì gli ospiti hanno visitato il paese, il progetto di accoglienza Siproimi, i laboratori artigianali della Eurocoop di panificazione, falegnameria, ceramica e il laboratorio tessile Ama-La, laboratorio ecologico e sociale finanziato con il contributo dell’8X1000 dell’U.B.I. e del progetto Sipromi, nel quale le donne rifugiate imparano a tessere al telaio sciarpe, borse e tappeti. Il ricavato delle vendite, nella boutique e on-line, permette di sostenere l’autonomia lavorativa di donne vittime di violenza di genere.
Agli antichi mestieri è stata dedicata la mattina del sabato. Al lavatoio del paese, i rifugiati e i cittadini di Camini, insieme, hanno lavato la lana all’uso antico, lana che verrà cardata e filata nel laboratorio tessile. «Il recupero dell’intera filiera artigianale della lana e dei mestieri tessili fa parte di un’ampia visione di Eurocoop» spiega il Presidente della cooperativa, Rosario Zurzolo, «la cui mission è quella di contribuire allo sviluppo del territorio con azioni a basso impatto ambientale, attraverso il recupero di materie prime altrimenti destinate al macero; con azioni sociali, tese a valorizzare le abilità delle persone più vulnerabili, accompagnandole in un percorso di inclusione attraverso il lavoro; con azioni finalizzate al turismo sostenibile grazie all’albergo diffuso e alle diverse iniziative culturali ed artistiche promosse sul territorio, azioni solidali e di inclusione ma anche culturali, in quanto attraverso l’artigianato si preserva un vasto e antico patrimonio immateriale».
«È sempre un piacere ed un onore venire qui a Camini, un piccolo paese che si è sempre distinto per la qualità delle sue azioni di inclusione e solidarietà. Rinnoviamo, perciò, la nostra volontà di supportare e di contribuire allo sviluppo delle diverse azioni culturali ed educative anche come membro dell’associazione “Amica Sofia” che ha voluto organizzare la scuola di filosofia per docenti proprio a Camini» dice Federica Roccisano, presidente della Cooperativa Hermes 4.0, durante il convegno “Intrecci di Comunità. Progettazione e sviluppo di imprenditoria solidale” (foto Celestino Gagliardi). Il convegno è nato con l’intento di far conoscere le diverse associazioni e realtà imprenditoriali per ideare e co-progettare iniziative lavorative, artistiche, culturali, di inclusione lavorativa dei rifugiati e di scambio fra Umbria e Calabria. L’auditorio, che ha partecipato seguendo le misure di sicurezza e distanziamento, ha visto prendere la parola ospiti di eccezione come Maria Carmela Lanzetta, ex ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia, che ha parlato delle azioni da lei promosse per l’accesso alla salute: «Un diritto per tutti gli individui sancito dalla nostra Costituzione e non può e non deve essere un privilegio», ha sottolineato Maria Carmela Lanzetta. Sulla scia della differenza tra diritti e privilegi anche l’intervento di Francesco Piobbichi, di Mediterranea Hope delle Chiese Valdesi, associazione che ha distribuito igienizzanti e mascherine prodotte a Camini ai braccianti agricoli di Rosarno: «Lavorare in condizioni igieniche sicure, soprattutto in piena emergenza Coronavirus, non può e non deve essere un privilegio di pochi. In questi giorni difficili gran parte della raccolta agricola, non solo a Rosarno, era assicurata da lavoratori migranti che necessitavano anche di acqua per lavarsi».
«Il diritto ad un lavoro dignitoso e a un salario giusto è strettamente legato ad un prezzo equo di vendita e al sistema di distribuzione che deve essere ripensato. Le clementine calabresi che si trovano ai supermercati di tutta Italia costano 2.50 al cliente e sono comprate a 27 centesimi al produttore, quando questi ne spende 40 centesimi per produrle. Questa ingiustizia della grande distribuzione si ripercuote sugli ultimi, i lavoratori» ha affermato con forza Giuseppe Pugliese di S.O.S Rosarno.
L’imprenditore Sandro Picciolini nel corso del convegno ha poi proposto idee di collaborazione e di supporto alle imprese artigianali locali che cominceranno a prendere forma già nei prossimi giorni.
«Questo è un simbolo concreto degli “Intrecci di Comunità”» ha detto Serena Tallarico, etnopsicologa, referente del progetto Ama-La, donando una stola di sei metri di stoffa tessuta al telaio nel laboratorio tessile Ama-La a Picciolini «ed è anche un’inversione di paradigmi delle donne vittime di violenza, vediamo la forza e la capacità creativa; dove altri vedono gli immigrati come un problema, qui, a Camini, sono una risorsa anche per preservare delle antiche arti locali che altrimenti andrebbero perse. Ci rivolgiamo all’imprenditore per aiutarci a far sì che questo sogno diventi un’impresa economicamente sostenibile».
Tra gli interventi, anche quello di Cosmano Fonte che ha portato i saluti della Proloco di Camini di cui è presidente.
Molto soddisfatto dell’iniziativa il sindaco Pino Alfarano: «Avere la possibilità di condividere e di confrontarsi su idee di azione per un futuro di sviluppo rappresenta per noi un momento molto importante, un passo significativo in linea con gli obiettivi di crescita che abbiamo alla base del nostro impegno amministrativo».
La serata è stata allietata dagli interventi musicali dell’associazione Felici&Conflenti e con i gusti e i profumi della cucina multietnica calabrese e siriana, con prodotti sani e a km0 preparati dalla cucina Jungi Mundu con le donne rifugiate siriane e calabresi.
Mariateresa D’Agostino