SoRiCal, Codacons denuncia: “I Calabresi pagano le rate di un mutuo con Depfa Bank”
Era una torrida estate quella del 2001. Una tipica estate calabrese.
Quando la Giunta regionale, presieduta dall’on. Chiaravalloti (centrodestra), informò i calabresi che era stato scelto il socio privato della nuova società che avrebbe gestito, nell’interesse di tutti, la nostra acqua.
Nasceva così So.Ri.Cal. Spa i cui soci erano, appunto, la Regione e la società “Acque di Calabria SpA”.
Subito dopo, come fosse una matrioska, salterà fuori la multinazionale francese “Veolia” che controllerà il 100% di “Acque di Calabria SpA”.
Si era scelto un socio provato “solido”, preferito “per il quadro gestionale proposto, per il valore tecnico economico del sistema di gestione e per le risorse economiche offerte come il più vantaggioso per l’Amministrazione”.
Finalmente. Anche se la gestione effettuata fino allora da Cassa per il Mezzogiorno prima e dall’Ufficio Gestione Acquedotti della Regione dopo non era poi malaccio.
Ma che diamine, si faceva pagare ai calabresi “solo” le spese per il servizio, non a casa avevamo le tariffe più basse d’Italia.
Ma la decisione di affidare gli acquedotti regionali ad una società per azioni rappresentava il futuro.
Secondo i politici nostrani, avrebbe portato quella grande quantità di denaro per realizzare gli investimenti necessari alla rete idrica che la pubblica Amministrazione, ovvero la Regione, non poteva permettersi.
Del resto quanto contenuto nella “Convenzione” sottoscritta il 13 giugno 2003 tra Regione e So.Ri.Cal. SpA, non lasciava dubbi: la Società affidataria poneva a disposizione importi per investimenti per un ammontare complessivo di336.729.891,21 euro ed il socio privato si faceva garante per complessivi 206.582.000,76 euro.
E bravi i nostri amministratori. C’è un però, in Calabria c’è sempre un però.
Nel luglio del 2007 la Giunta, presieduta dall’on. Loiero (centrosinistra – perchè quando si tratta di aiutare gli utenti, non ci sono steccati ideologici) decise di concedere a So.Ri.Cal., in via di anticipazione, “contributi quindicennali costanti” che, dal 2010 divennero 3.500.000,00 l’anno, “per consentire la realizzazione degli investimenti previsti dal programma 2005/2009”.
Questa legge regionale, la 15/2007, passata nel silenzio generale degli amministratori regionali e locali, rappresenta un unicum – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons.
Praticamente la Regione ha affidato la gestione dei suoi acquedotti, per trent’anni, al privato proprio perché in possesso di quella disponibilità finanziaria necessaria a realizzare gli investimenti e poi… si concedevano al privato i soldi per realizzare gli investimenti. Incredibile!
E tutti quei soldi che il privato doveva, per contratto, mettere disposizione che fine hanno fatto?
Ovviamente nessuno ha avuto nulla da eccepire neanche di fronte al mancato rispetto della “Convenzione” che avrebbe dovuto comportare la rescissione in danno del privato ed il ristoro a favore della Regione. Tanto pagano i Cittadini.
In fondo So.Ri.Cal. aveva tanto bisogno di quei danari tanto da accendere, nel 2008, un mutuo di 240 milioni di euro con la Depfa Bank, sotto forma di derivato finanziario.
I derivati o swap si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne.
Sono operazioni che di solito si costruiscono su un debito. Sul debito si pagano gli interessi, che possono aumentare a seconda di come vanno i mercati.
Una operazione inspiegabile, vista la disponibilità finanziaria dichiarata da So.Ri.Cal.
Inspiegabile finanche per il barricadiero Sergio Abramo, unico a contestare il fatto che il grado di copertura dal rischio si fermava al 50%, chiedendosi chi avrebbe mai pagato gli oneri eventualmente derivanti dal restante 50% che sarebbe rimasto scoperto per un arco di tempo lunghissimo.
Il timore del compagno Abramo era quello che tali oneri potessero essere pagati, alla fine, proprio dai cittadini calabresi.
Ma i dubbi dell’attuale sindaco di Catanzaro finirono per diradarsi appena sedutosi sulla poltrona di presidente della So.Ri.Cal.
Peccato, perché stavolta aveva visto giusto.
La Regione concede, quindi, a So.Ri.Cal le somme. E nel 2015 accade qualcosa di impensabile.
Nel decreto del Dirigente del Dipartimento Lavori pubblici (nr. 6094 del 18/06/2015) vengono riportate le note con le quali So.Ri.Cal., nel richiamare la legge regionale n.15/2007, “al fine di ottemperare agli obblighi di pagamento previsti dall’Accordo di Ristrutturazione del debito sottoscritto con i propri creditori, tra cui la Banca finanziatrice, ha rappresentato la necessità di potere incassare in tempo utile la quota riferita all’annualità 2015, pari ad € 3.500.000,00”.
Quindi le anticipazioni che la Regione concede a So.Ri.Cal. servono per ripianare il debito con la Depfa Bank e NON per realizzare gli investimenti, così come espressamente previsto dalla legge.
In buona sostanza abbiamo pagato i debiti di SoRiCal !!!
A questo punto la domanda appare scontata: come mai i dirigenti che hanno predisposto gli atti fino alla liquidazione delle somme in favore di So.Ri.Cal. non hanno mosso alcuna contestazione ?
Cioè quello che avrebbero fatto per qualsiasi semplice cittadino senza santi in paradiso.
“Chiediamo che la Procura voglia chiarire se sia legittimo che la Regione abbia erogato somme per finalità dichiaratamente diverse da queste fissate dalla legge regionale” – prosegue Di Lieto. Ma, purtroppo, non è finita qui.
Vista la generosità della Regione, nel 2016 So.Ri.Cal. chiede addirittura il pagamento anticipato della rata 2016 del finanziamento regionale ex L.R. 15/2007, pari ad € 3.500.000,00 “al fine di potere disporre delle risorse finanziarie necessarie ad operare il connesso pagamento in favore della Depfa Bank della rata di pari importo scadente al 30.4.2016, dovuta a titolo di rimborso della Linea Anticipi di cui al Contratto di finanziamento sottoscritto da SoRiCal con la medesima banca nel 2008”.
Questo si legge nel decreto del Dirigente del Dipartimento Lavori pubblici (n.5136 del 6.5.2016); ma si legge anche altro: “il mancato pagamento della rata di cui alla Linea anticipi in favore della banca, legittima la Banca stessa a richiedere la risoluzione dell’Accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis L. Fall., raggiunto dalla Società con i propri creditori ed omologato dal Tribunale di Catanzaro, con conseguente non auspicabile default societario”; tradotto in parole semplici “tengo famiglia e se non pagate vado a gambe all’aria”.
Anche questa volta per i solerti burocrati regionali va tutto bene, anche se la finalità è totalmente e dichiaratamente diversa da quella stabilita dalla legge regionale n.15/2007 non c’è problema.
Evidentemente i francesi hanno santi in paradiso.
E così nel 2017 puntualmente So.Ri.Cal. rinnova le pretese specificando che “il pagamento anticipato della rata 2017 del finanziamento regionale ex L.R. 15/2007, pari ad € 3.500.000,00” è richiesto “al fine di potere disporre delle risorse finanziarie necessarie ad operare il pagamento in favore della Depfa Bank della rata di 4,652 k€, dovuta a titolo di rimborso della Linea Base e SWAP di cui al Contratto di finanziamento sottoscritto da SoRiCal con la medesima Banca nel 2008”.
Dunque i tre milioni e mezzo, che la Regione anticipa a SoRiCal per la realizzazione degli investimenti, servono dichiaratamente “a pagare il mutuo”.
E la borsa si aprirà, anche questa volta, con il decreto del Dipartimento lavori pubblici (nr. 5602 del 29.5.2017).
Un uso disinvolto dei fondi regionali, dichiaratamente contro legge ma nell’assordante silenzio generale.
Ho perso le parole, cantava Ligabue.
Credo non ci siano davvero più parole per commentare questa vergognosa vicenda – prosegue Di Lieto – proviamo a chiederci: se fosse stato uno dei tanti calabresi in difficoltà con le rate del mutuo a chiedere aiuto, la Regione avrebbe davvero concesso i soldi ?
In quel caso, ne siamo certi, sarebbe spuntato fuori qualche solerte dirigente o qualche bellicoso consigliere regionale per eccepire, giustamente, che non si possono concedere somme per finalità diverse da quelle istituzionalmente stabilite.
Ma per SoRiCal non ci sono problemi.
Si chiude un occhio e, quando occorre, anche due.
Come per i 124 milioni di euro di investimenti fatti pesare in tariffa a fronte di circa 55 milioni di euro di investimenti dichiarati come effettivamente realizzati.
Praticamente paghiamo in bolletta investimenti inesistenti.
Ma avete sentito un solo sindaco ribellarsi ?
E che dire di una tariffa applicata palesemente contra legem che ha determinato a tutt’oggi un maggiore importo fatturato ai Comuni di circa 200 milioni di euro?
Avete sentito un solo sindaco ribellarsi ?
In attesa che la magistratura ci dia delle risposte su quello che appare un uso assai “disinvolto” dei fondi pubblici, non possiamo dimenticare che i decreti della discordia abbiano la firma di un Dirigente, recentemente balzato agli onori delle cronache per via dei ventilatori.
Francesco Di Lieto