Salvini e Meloni invocano le Chiese aperte e poi si astengono sulla ripartenza delle messe
Da settimane Salvini e Meloni chiedono di riaprire le chiese per le messe. Da settimane.
Richieste spesso esposte in maniera dura, aggressiva come sempre. Che con la loro insistenza sono arrivate – addirittura – a passare sopra Papa Francesco. Che in precedenza aveva già messo un freno alle polemiche chiedendo il rispetto delle regole. Ma il cui appello è stato ignorato tanto da Salvini quanto da Meloni.
Ma dopo tanta cagnara, che fanno oggi Lega e FdI?
Non votano l’emendamento che consente alle persone di andare a messa a partire dal 18 maggio. Non lo votano. Per settimane l’hanno chiesto, ma ora che c’è stato l’accordo, si sono astenuti.
Sarebbe da non crederci. Perché la realtà supera la fantasia in questo.
Perché il punto non è nemmeno il merito. Non sono le messe o altro. Il punto è che questo episodio esemplifica in maniera magistrale l’intero, completo, totale, assoluto atteggiamento politico di questi due partiti e i rispettivi leader. Svela, con una chiarezza disarmante, il loro meccanismo: creare problemi, lucrarci e pregare, sperare che qualcuno non li risolva. Perché risolverli significa toglier loro una fonte di consenso da lucrare avidamente come sempre.
Una politica ipocrita. Senza scrupoli. Che aizza le persone, anche in un momento terribile del Paese, per poi fare sempre il contrario di ciò che professano.
Eccola, dunque, l’opposizione costruttiva.
Eccoli, Salvini e Meloni.
Chiara Braga