Intervista al medico ed ex assessore cauloniese Franco Napoli sulla Locride alla luce della pandemia
Come vede la situazione sociale, nella Locride, alla luce del COVID-19?
La ringrazio Direttore per l’invito e con piacere fornisco a Ciavula il mio modesto contributo invero richiesto da altre entità provinciali e regionali , ma è mio dovere privilegiare, per quello che posso, la nostra zona ionica con la sua testata la quale, come poche altre ,non si limita alla spicciola informativa, ma spazia sulle attività divulgativa e culturali.
Devo premettere che essendo un indipendente di mentalità liberalsocialista non ho mai risentito di posizioni preconcette e, per gli aspetti tecnici, mi baso sulle mie discrete conoscenze amministrative e sanitarie quale specialista in medicina legale e delle assicurazioni,in igiene e medicina preventiva orientamento in Ig. del Lavoro, medico competente, con un Master di II° Livello in Management Sanitario Università di Catanzaro, ed anche se da un po’ di anni si fanno pure a “tavolino”, diceva un mio caro amico.. ahimè ..più sono lunghi i titoli, più si è vecchi !
Entrando in media res, è acclarato che, al momento, la Calabria abbia avuto una circolazione molto più limitata del coronavirus, a tal uopo attendiamo i rientri ,ma la situazione non la vedo male, tenuto conto della responsabilità e rispetto delle norme a cui noi meridionali in qualsiasi parte del mondo s si sono sempre attenuti, checché se ne dica. Pertanto si abbisogna, e non soltanto dal punto di vista strettamente economico,di un ripartenza da effettuare non solo per settori lavorativi, ma, e principalmente, per territori. Vedo scioccamente legate a sole beghe di bassa politica, la faccenda della riapertura in Regione, la quale in sintesi anticipa di soli pochi giorni il 90% di quello che sarà contenuto nel decreto del governo del 4 maggio. Ed alla faccia delle misure preventive, non bisogna dimenticare che da febbraio il caffè nei bar delle autostrade(il nord ne è più ricco e per i contagi nessuno lo ricorda mai..), dove la viabilità ,nonostante le restrizioni, è sempre stata maggiore degli altri luoghi, si è sempre potuto degustare con le dovute cautele, e chissà perché? Ma ogni mente é un tribunale, per cui anche la giustizia e l’ingiustizia non é sempre uguale per tutti.
Sotto il profilo sanitario ed economico, cosa farebbe lei, per la valorizzazione e il benessere dello jonico reggino?
Purtroppo anche la salute da tempo risente della “partitica” più che della politica, proprio da quando sono intervenute le aziende sanitarie non più designate dagli organismi locali comprensoriali che avevano più il polso della situazione locale(Sindaci), , facendo così passare la gestione della sanità, inopportunamente, da un servizio pubblico ad uno privato che deve necessariamente rispondere alla legge di mercato, a mio parere impossibile almeno per sanità, istruzione e trasporti E’ vero, all’estero ci invidiavano il nostro sistema sanitario, ma quello istituito con la L. 833 del 1978, molto meno ci invidiano – dal momento che non lo applica nessuno – quello attuale che fa acqua da molti anni, sempre rimanendo per me comunque uno dei migliori del mondo, verrebbe dopo solo quello dei paesi scandinavi. Ci dobbiamo dunque auspicare “un ritorno al futuro” tenuto conto che la territorialità con i propri risvolti socio economici, sono di fatto diverse da comprensorio a comprensorio, da provincia a provincia, da regione a regione. Ed è vergognoso che le leggi sulle prossimità contrarie agli accentramento dei servizi, esistono da anni ma non vengono applicate. Tutti noi sappiamo quanto volte dobbiamo spostarci, a nostre spese e disagi, da e con malati per fruire di trattatamenti appropriati , ma spesso solo anche per ricevere un accertamento specialistico strumentale, e tantissime volte fuori Regione, e magari verso regioni che hanno dimostrato ,purtroppo, una sanità ricca ,ma inefficiente nel bisogno vero. E se per il sud ciò è giustificato in quanto abbiamo poco e niente, le ricche regioni del nord dovranno dare a suo tempo delle giustificazioni in merito e gli studi legali si stanno organizzando.. Pertanto, non come farnetica Feltri & C. ,dico io “Viva L’Italia” unica e unita ma con le stesse opportunità spalmate per i pazienti su tutto il territorio nazionale. Bisogna con energia richiedere questo nostro diritto e riarmonizzare il tutto facendo funzionare bene, intanto,quel poco che esiste, e programmare nell’immediato il rilancio della zona non più ad appannaggio di, risultate inconcludenti, gestioni commissariali: le funzioni devono ritornare al popola attraverso una politica sana capace di dare risposte..E non ci vengano a dire le solite storie della delinquenza e similari: si dia lavoro e si vedrà come ciò non sarà più “il problema” nato, a mio parere e non solo, come risposta alle diseguaglianze sociali, alle ingiustizie e spesso alla mancanza dello Stato. Dei sanitari si sono accorti ora, come durante1a guerra mondiale si sono accorti dei sacrifici dei molti soldati al fronte ma come loro presto saranno dimenticati. Tanti di loro nella nostra zona sono progressivamente demotivati perché fanno loro ricadere condizioni di lavoro sempre più pesanti non affrontabili per deficienze strutturali e di personale non ultimo danneggiati anche nella loro immagine professionale.
Parlando con alcuni di loro, noi “poveri medici del Sud” considerati di terza categoria, abbiamo evidenziato che la ripartenza, presupponendo la convivenza, e sappiamo per quanto, col Covid19, sta nella valutazione immediata della ”immunizzazione”. Ma nessuno ce ne parla chiaramente pensando, e sbagliando, che il popolo non è in grado di capire, visti i grossi interessi economici in ballo. Ma ci domandiamo: la cura esiste o no? l’immunizzazione sarà attiva usando virus vivi attenuati o virus inattivati o uccisi? oppure l’immunizzazione sarà solo passiva,con immunoglobuline artificiali o provenienti da donatori, o, come penso , bisognerà alla fine approntare il tutto in simultanea? .Queste sono le risposte che vorremo dallo Stato e dai professori che lo aiutano, ma “interrogato il morto non risponde…!”. La gente è anche stravolta e disorientata, in quanto la Legge recente subdolamente la carica di responsabilità penali ancor più ai datori di lavoro:. Nonostante ciò hanno la fortuna che il popolo italiano e principalmente il meridione collabora. Credo che sia arrivato il tempo di riequilibrare tante cose e le leggi, che oggi appaiono umanamente stravolte in quanto il momento che stiamo vivendo, è pieno di anomalie e paradossi, e pochi parlano di un covid 19 dove cure non ce ne saranno: il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali ormai arrivato a livelli preoccupanti.
Come sogna il riscatto e il rilancio della nostra zona?
Potrei parlare per un altro giorno ed ancora, ma assolvo alla sua domanda immaginaria, concludendo, raccontandole un sogno che faccio da tempo: vorrei che dal punto di vista economico la mattina in Calabria ci svegliassimo confinanti con la Svizzera e la Lombardia con la Libia: capiremmo da entrambe le parti, e finalmente, tante cose!