Franco Napoli: “La situazione amministrativa di Caulonia è in decomposizione, speriamo non si arrivi alla putrefazione”
Abbiamo intervistato Franco Napoli, già assessore al comune di Caulonia:
Le chiedo un commento su quella che abbiamo ribattezzato “crisi delle poltrone” all’interno della maggioranza che amministra Caulonia, ossia la crisi scatenata da Cannizzaro e Petrolo Scicchitano per avere un posto in giunta.
Grazie Direttore per l’opportunità che mi concede. Valida la sua analisi, anche se di fatto ridimensionante le difficoltà in cui si dibatte l’amministrazione cauloniese. La “Crisi delle Poltrone” aggiunge solo un altro tassello ad una condizione da tempo in decomposizione la quale speriamo che non prosegua verso la putrefazione per il bene dei nostri cittadini. E’ sotto gli occhi di tutti che ormai il contesto è tecnicamente e moralmente fiacco tra chi sta dentro il Palazzo (amministratori) e chi fuori (sostenitori) e coinvolgendo tutti o quasi, ha creato una ragnatela di reciproci ricatti, rimproveri, rivendicazioni, promesse, e chi più ne ha ne metta: è notorio che quando un’auto esce con un difetto di fabbrica darà sempre problemi…
I due coraggiosi “dissidenti”, (Cannizzaro e Petrolo Scicchitano) stanno in qualche modo segnando la storia politica degli ultimi tempi di Caulonia, e nelle loro posizioni, hanno scelto, nonostante tutto, parole alte e nobili, ed in qualche modo sovrapponibili, pur nella differenza delle idealità politiche: ciò è segno di responsabilità, dignità e libertà tipiche di un contesto liberalsocialista come in fondo è sempre stata, a mio parere, Caulonia. Nel rivendicare una “poltrona” , ci si assume una grande responsabilità verso il Paese, e la poltrona, per non diventare “scomoda”, deve avere dietro la volontà di raggiungere scopi finora dagli altri non raggiunti nella certezza che in tal modo si potranno effettuare dei cambiamenti sostanziali: in poche parole “una svolta ”. Solo così il nuovo assessorato non sarà inteso come ricerca di comodità e potere, ma come ferma volontà di mettersi a disposizione dei bisogni della cittadinanza: diversamente non ci sarebbe scopo alcuno, sarebbe aria fritta nell’aria fritta, dove bisogna solo aprire la finestra !
Crede che tali pretese, non ancora soddisfatte, possano fare cadere l’amministrazione Belcastro?
Non credo che siano pretese se dettate da accordi e da necessità e, pertanto, non mi auguro di cuore che in questo momento drammatico per il mondo, la nostra comunità debba subire pure il crollo dell’amministrazione. A meno che si tratti di una situazione del tutto ingestibile, spero che l’amica Caterina, Sindaco Belcastro saprà articolare la contingenza arrivando a fine mandato: poi si vedrà. Però in questo caso un’eventuale “debacle” avrebbe un sapore diverso da evenienze simili occorse precedentemente più che altro al fatto perché formato da compagini non capaci di attrarre finanziamenti, cantierare e soprattutto realizzare opere, in un paese che voleva guardare al futuro con ottimismo. Oggi le cose stanno diversamente direi molto diversamente. Si potrebbe arrivare ad una conclusione che alla fine da tutti potrebbe essere salutata quasi con un sussulto liberatorio, nella speranza di una futura amministrazione che in qualche modo possa dare un po’ di adrenalina ad un paese rantolante: un Comune in dissesto finanziario ,per responsabilità, certamente, anche pregresse, un paese sempre più povero e privo di speranze.
Eppure si contava su questo consiglio comunale non privo di esperienza e di idee, ma l’ amministrazione non è sembrata mai libera, a causa delle diatribe interne poco gestibili, tenuto anche conto della compagine di cui è composta . L’incedere del tempo lo ha sempre più dimostrato, non solo con i due consiglieri dimissionari ma anche con il superiore gesto dell’ assessore Dimasi disponibile anche a mettere a disposizione la sua “poltrona” per il bene del paese, lasciando così intendere che in fondo fare parte della giunta significava semplicemente recitare il ruolo della comparsa! In questi due anni e mezzo hanno inacidito l’ambiente, anche a causa del dissesto, delle situazioni paradossali come la fiscalità locale al massimo, di un centro morente, delle periferie abbandonate, delle strade gruviera, dei debiti non pagati a ditte e professionisti che in fiducia avevano negli anni lavorato per il Comune. La speranza che attualmente le cose possano davvero mutare è flebile ma esiste ancora ed è ciò che tutti noi ci auspichiamo.
Come giudica l’opposizione dell’Officina delle Idee?
Non desidero insegnare il mestiere a nessuno, ma nei circa dieci anni da assessore nelle più svariate deleghe, non sono stato mai in sostanza all’opposizione, ma a volte ne ho apprezzato le iniziative, prendendomi spesso anche i rimproveri dalla mia stessa maggioranza… Ho potuto valutare cosa un’opposizione convinta faceva durante una crisi amministrativa ogni qualvolta che “qualche mal di pancia” alimentava a torto o a ragione, le sorti della maggioranza: un classico, se non fosse che questa volta c’è qualcosa di particolare che merita di essere rilevato.
Nei confronti dell’amministrazione comunale si sono avuti degli interventi che hanno descritto il pensiero di una parte della minoranza se non altro singolari per come si è abituati ad interpretare “storicamente“ questo ruolo e la risposta della parte chiamata in causa non si è fatta attendere.
Tali interventi, certamente nella composizione dell’opposizione, con elementi interessanti ma con poca esperienza, ad esclusione di qualcuno (Cagliuso) con il quale ho condiviso in passato positivamente tante azioni di Giunta, si è sempre percepito un attrito tra chi voleva essere battagliero e chi invece fosse speranzoso per un rilancio rischiando, per certi versi, di apparire a volte come una emanazione della maggioranza
Devo dire che diversi argomenti dell’opposizione presentano contenuti meritevoli di attenzione e di confronto, altri francamente sono meno aderenti agli scopi, e le spiego il perché.
Partiamo dall’origine: nel 2017 si sono presentate al giudizio degli elettori due compagini, tutte capitanate da buoni rappresentanti che ambivano a ricevere l’eredità di un’amministrazione dimostratasi inefficace e di cui tanti ne facevano già parte, per cercare di cambiare le sorti di una meravigliosa cittadina che tanto orgogliosi ha sempre reso tutti noi. Un’eredità sinceramente ingombrante che poteva solo vantare di avere contributo a rendere Caulonia quella che ancora oggi non è ritornata ad essere: una cittadina apprezzata ed invidiata tra i mille ostacoli, una volta superati brillantemente, altri con fatica e altri ancora per niente, purtroppo !
Naturalmente di queste amministrazioni ne ho fatto orgogliosamente parte e difenderò a spada tratta tutto il “buon” lavoro fatto, senza alcun timore di essere considerato diverso da quello che intendo essere, sempre lavorando allora tutti con umiltà e determinazione per quello che abbiamo potuto : non nascondo quante difficoltà si incontravano ad amministrare e le levate di scudi contro a tutti i livelli, come lecito per chi si propone di raccogliere il testimone della guida amministrativa di una comunità (ma questa è un’altra storia).
Le elezioni si sono svolte con l’esito che tutti conoscono. Ed ecco quello che mi sembra sia un po’ mancato nell’opposizione: esercitare fino in fondo e con forza il loro ruolo determinante e rilevante nella funzionalità della macchina amministrativa. Certo, a prescindere dalle opportunità di confronto democratico offerte, mi chiedo quanto e come si sia adoperata al controllo dell’applicazione delle regole, come ad esempio in materia di appalti e affidamento di servizi o forniture, dotazioni organiche ed assunzioni di personale, assegnazione dei buoni per l’emergenza Covid19 etc. E bisogna considerare, checché se ne dica, che anche i consiglieri comunali di opposizione potrebbero incorrere in forme indirette di responsabilità qualora omettessero di intervenire su questioni di pubblico interesse: al contrario, un controllo “attivo” e costante favorisce una maggiore efficienza della macchina amministrativa, considerato che “tutti” contribuiscono al suo funzionamento, nell’interesse della collettività.
Questo per chiarire, qualora vi fosse la necessità di farlo , che l’opposizione per la mia mentalità non “attacca”, non si “oppone gratuitamente”, ma dovrebbe esercitare quel ruolo di verifica dell’attività amministrativa, che a volte può risultare un po’ troppo scrupolosa, ma così deve essere. La democrazia non è la legge della maggioranza, ma la protezione della minoranza che deve avere tutta la forza e la possibilità di incidere profondamente nel governo locale principalmente quando i numeri cominciano ad non esserci. Ad ogni modo, ciascuno è libero di esprimere il proprio ruolo delle parti nel modo che meglio intende. Il cittadino/elettore ne trarrà le dovute considerazioni per capire se la strada intrapresa è quella giusta: la maggioranza ha finora fatto bene il suo gioco a contrapporsi alla minoranza più fastidiosa e strizzando l’occhio a quella più “sensibile”, ne va della sua sopravvivenza. E’ un gioco delle parti che è sempre avvenuto e quindi non mi scandalizza tale atteggiamento. Mi incuriosisce pertanto il comportamento futuro degli amici dell’ “Officina delle Idee”, per capire se c’è coerenza di vedute negli atteggiamenti manifestati e soprattutto se vi è coerenza nel loro programma amministrativo che spero nel tempo sia stato messo a punto.
Si attenderanno con curiosità l’evolversi della situazione.
Il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Giannetta, da lei sostenuto, ha deciso di rinunciare al seggio alla Camera dei Deputati per dedicarsi alla Calabria. Condivide questa decisione?
Nonostante ci fossero tanti validi candidati locali, senza indugio ho appoggiato un moderato e figlio di popolo con idee a me molto affini. Abbiamo da sempre scambiato visioni sociali e democratiche e diversi anni fa la nostra mentalità liberale ci ha portato ad aderire ad un centrodestra moderato preferendolo ad un centrosinistra un pò annacquato e confusionato. Pertanto non ho mai dubitato del suo impegno: comunque confesso di sapere già prima della sua elezione quali fossero state le priorità dell’ On.le Giannetta, di cui condivido pienamente le scelte .
Con Mimmo è inutile negare la forte e costante vicinanza di ideali e di intenti : lo seguo sommessamente da tanti anni ancor prima che ricoprisse per tanti anni anche la carica di assessore alle attività produttive della provincia di Reggio C.. E’ un medico che non solo conosce di sanità: è un uomo completo di esperienza istituzionale, è soggetto prudente, coerente e di parola, che in questo caso ha messo coraggiosamente da parte le proprie ambizioni politiche con le relative, non trascurabili, remunerazioni economiche e di potere… per mantenere l’impegno preso con i calabresi, non ultimo con la Jonica che ora ben meglio conosce e che ammette essere stata il suo meraviglioso punto di crescita e di successo . Dubito che coloro che hanno creduto in Lui dovranno mai pentirsene ,lo conosco bene… ce la metterà sempre tutta fino alla fine!
E’ mia intenzione, a prescindere dagli schieramenti politici, di volerlo coinvolgere per darci una mano, insieme ad altri consiglieri, anche a Caulonia e dintorni. Un politico diventa uomo delle istituzioni quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni: Mimmo Giannetta per me ha sempre rappresentato questo.