Gestione emergenza coronavirus, Danilo Franco: “Molti soldi e presídi medici al Nord, poco o nulla al Sud”
di Danilo FRANCO
La tragedia innescata dal corona virus, in Italia, non è rimasta solamente nell’alveo medico.
Come sempre, uno tsunami quando arriva non colpisce solamente determinati obiettivi, ma colpisce a tutto tondo.
La sanità italiana, ha retto, grazie all’abnegazione degli operatori sanitari e al sacrificio di tanti di essi. La politica, molto meno!
Errori commessi dal governo, ma soprattutto dai governatori di quelle regioni del Nord che facevano vanto di efficienza, di lungimiranza e che sbandieravano, sfottendo tutti, le loro eccellenze in tutti i campi. Mi riferisco soprattutto all’opulenta Lombardia.
Nonostante avvesse un apparato medico all’avanguardia, il governatore leghista, non intervenendo in modo adeguato e tempestivo, ha consentito le tragedie che colpiscono le popolazioni del Nord e ha permesso che il virus invadesse tutta l’Italia.
La storia ci insegna o meglio dovrebbe insegnare che, in presenza di epidemie si attua un cordone sanitario rigido. Perché non è stato previsto? Perché non è stato fatto? Molte le possibili risposte! Una mi viene di darla. Non hanno chiuso la Lombardia per non bloccare le loro industrie e per ” invitare” i Sudisti a sgombrare il campo e a non congestionare gli ECCELLENTI ospedali del Nord.
I politici e i medici del Nord, ora si meravigliano e direi io sì incazzano nel leggere e vedere i mass-media esteri mettere in risalto le eccellenze degli ospedali del Sud che, nelle ristrettezze economiche riescono a mettere in atto azioni ed esperimenti che hanno dello straordinario.
A questi si aggiunge una stampa prezzolata che da una parte, amplifica i piccoli risultati del Nord, ne nasconde gli sbagli e addirittura i morti e dall’altra non una riga, non una parola su ciò che di fa al Sud!
Il divario tra Nord a Sud, viene ancora accentuato, non dal virus, ma dalla visione Nord-centrica, “Tosco-padana” avrebbe detto il Meridionalista Nicola Zitara, dell’emergenza e delle azioni politiche economiche messe in atto in Italia. Molti soldi e presídi medici al Nord, poco o nulla al Sud
È impensabile che le maggiori cariche dello Stato, compreso il commissario straordinario per gli acquisti per l’emergenza corona virus, figli del Sud, CONSENTANO che la loro Terra i loro fratelli del Sud, subiscano continui attacchi e vengano pesantemente penalizzati.
Ora, ma solo ora, è il momento di lottare tutti insieme, per uscire dall’emergenza.
È il momento del silenzio. Ma di un silenzio pensante soprattutto del popolo del Sud che dopo, UNITO, al di là del colore politico, dovrà alzare la testa e in modo democratico, pretendere ciò che gli è dovuto, con gli arretrati possibilmente, pretendere quel rispetto degno della sua storia e della sua economia nel passato. Popolo del Sud che dovrà esigere a “gran voce” interventi che gli consentano una rinascita economica e sociale. Pretendere strade, scuole, ospedali, DIGNITÀ, alla pari degli altri cittadini Italiani.
Se ciò non dovesse avvenire, una domanda nasce spontanea. Che ci facciamo ancora insieme al Nord?
Attrezziamoci in tempo!
“Prendiamoci il diritto di sorprendere”