Aiello: “Se lo Stato volesse potrebbe risolvere facilmente il problema della scarsità di mascherine”

Aiello: “Se lo Stato volesse potrebbe risolvere facilmente il problema della scarsità di mascherine”

Se lo stato volesse potrebbe, in pochissimo tempo, mettere fine alla tragedia delle mascherine che servono per proteggere e proteggersi dal coronavirus, consentire alla popolazione di risolvere un grosso problema in questo delicato momento storico, dare la speranza per il futuro, di poter respirare, è proprio il caso di dirlo, tranquillamente senza dover dipendere dall’aiuto di altri che nel migliore dei casi diventano frodi e ti rifilano mascherine buone solo per carnevale, visto inoltre che probabilmente ne dovremo fare uso nella cosiddetta fase2, quella della ripresa per intenderci e risparmiarci i soliti ricatti reciproci e balletti tra gli stati per importarle.

E’ stata fatta una intervista, in una nota trasmissione televisiva, ad un imprenditore ligure che in tempo di coronavirus ha pensato di convertire, imbattendosi suo malgrado nelle tagliole della burocrazia per quanto riguarda la certificazione del prodotto, la propria azienda nella realizzazione di mascherine chirurgiche ed è venuto fuori che una macchina per realizzarle ha un costo intorno ai 150.000 euro comprese le tasse e il trasporto ed è in grado da sola di produrre in un giorno a pieno regime fino a 290mila mascherine, un quantitativo che può coprire una percentuale considerevole per soddisfare il fabbisogno quotidiano nazionale. Vuol dire, fatti due conti, che con un investimento pubblico di circa 3 milioni di euro si comprerebbero 20 di queste macchine che, affidandole magari con il dovuto controllo, a quei carrozzoni regionali che sprecano solo risorse e fanno solo chiacchiere e avviando una filiera di fabbricazione garantirebbe così la fornitura per soddisfare largamente il rifornimento necessario italiano di mascherine.

Lo Stato, tra l’altro, non dovrebbe districarsi tra le maglie della farraginosa burocrazia, è lo stato, non pagherebbe tasse e Iva sui macchinari e quindi anche i costi potrebbero addirittura diminuire. Questo significherebbe instaurare una produzione che risolverebbe, così, uno dei principali problemi che causano contagi tra gli operatori sanitari e tutti quei lavoratori che sono rimasti al lavoro e che si accingono a rientrare, ma soprattutto si metterebbe fine alla strage di medici e infermieri che ha ormai superato quota cento. Forse è un ragionamento troppo semplicistico, da non addetti, ma non del tutto impossibile. Perché lo stato preferisce acquistare e non produrre da sé. Alla fine, se 150.000 euro sono spesa moderata per un solo imprenditore, non dovrebbero pesare molto 3 milioni per le casse di uno stato che anche se abbondantemente indebitato rimane pur sempre tra i più industrializzati.

Pasquale Aiello

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