Coronavirus, Aiello: “Imprese e fabbriche aperte per continuare a produrre, a rischio la salute degli operai”

Coronavirus, Aiello: “Imprese e fabbriche aperte per continuare a produrre, a rischio la salute degli operai”

di Pasquale Aiello

La situazione che si sta vivendo in Italia in questi giorni a causa dell’epidemia scatenata da un coronavirus, è probabilmente la prima dal dopoguerra. Ai tanti disagi che stanno attanagliando il sistema sanitario per l’alta contagiosità e diffusione del microrganismo, scopertosi fragile rispetto a un evento di tale portata, si accavalla pure una grave crisi economica. Milioni di lavoratori e lavoratrici, già bistrattati da decenni di sacrifici, sono sottoposti a una nuova durissima prova, per effetto di un uragano che si sta abbattendo sul sistema Italia, ma soprattutto sulla vita e sulla quotidianità di ognuno stravolgendola e condizionandola. In prima linea, in questa guerra ci sono medici, infermieri e i tanti lavoratori della sanità. Una sanità pubblica devastata dai tagli degli ultimi venti anni che costringe gli operatori del settore, in questo momento di bisogno a turni massacranti con 12 e più ore al giorno, quasi sempre senza sufficiente protezione dal contagio che la circostanza richiede, obbligati a stare lontano dai loro cari e probabilmente tra poco costretti a scegliere chi salvare, per una emergenza che deriva anche dagli atteggiamenti di una politica scellerata e scaltra che preferisce comprare missili e aerei da guerra anziché potenziare l’apparato della sanità pubblica. Ora tutti si accorgono della fragilità di un sistema depredato negli anni e ridotto all’osso.

Banche e grandi imprese multinazionali che finora hanno svuotato le casse pubbliche ostentano adesso gesti di pubblica beneficenza riservando qualche spicciolo all’acquisto di mascherine e ventilatori dopo che per anni si sono schierate sempre a favore del privato, magari auspicando lo smantellamento del pubblico con tagli sul personale, chiusura di interi reparti e quant’altro. Bisogna annotare, per dirla tutta, anche un comportamento ipocrita di una certa stampa prone al potere che per anni, in nome del debito da pagare, ha picchiato duro su eventuali sperperi nella sanità, tollerando o addirittura sostenendo la chiusura di molti ospedali pubblici. Tante imprese e fabbriche rimangono aperte per continuare a produrre, perché in Italia, purtroppo, il PIL è tutto, mettendo a rischio la salute degli operai non garantendo loro i livelli di sicurezza, facendo così, diventare il posto di lavoro un diffusore di contagio. Insomma pare che per i padroni l’emergenza non esista. Il governo tuteli i diritti di tutti i lavoratori perché il capitale è spietato, per esso conta solo il profitto, a costo della vita umana. Medici e infermieri, da due mesi chiusi nei nosocomi si stanno sacrificando indistintamente per tutti, prodigandosi e lottando senza sosta contro questo virus. A tutti noi comuni cittadini spetta il compito di comportarci con intelligenza e senso civico, essere solidali con loro per essere parte della soluzione e non un problema, possiamo esserlo solo se rispettiamo i dettami della comunità scientifica, aiutandoli, così, a salvarci e insieme salvare il paese.

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