La ‘ndrangheta di Sant’Eufemia ambiva alla legittimazione del crimine di Polsi
Nei summit monitorati dagli investigatori della Polizia, gli indagati facevano riferimento alle cariche e ai gradi della ‘ndrangheta [come la “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”], alle cerimonie, alla formazione di un banconuovo, alla creazione di un nuovo locale a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del Crimine di Polsi e l’indipendenza dagli ALVARO di Sinopoli [RC] che, tuttavia, continuano a controllare Sant’Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, anche se i diversi sottogruppi familiari [intesi “Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”] godono di una certa autonomia programmatica e di azione.
La ‘ndrangheta eufemiese appare antica e moderna al tempo stesso, ancorata a vecchi rituali ma fortemente protesa a radicarsi sempre più nel settore socio-economico ed imprenditoriale, anche attraverso un’oculata attività di infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici.
Ufficio Stampa Questura Reggio Calabria