Aiello: “Quello che fa più paura è il virus del razzismo”
di Pasquale Aiello
Sono giorni di ansia e preoccupazione questi, attraversati dall’incalzare del coronavirus pensando a quanti sono stati contagiati e a quanti ancora potrebbero esserlo, nella speranza che ben presto tutti guariscano e la curva epidemica cominci a scendere. Ma, in questo clima di apprensione, ancora più inquietante è il virus del razzismo. A quanto pare, in tanti si sono fatti prendere la mano dalla ‘sindrome cinese’ o, se vogliamo, dal tanto diffamato ‘pericolo giallo’. A voler sdrammatizzare per un attimo, è come se si fosse concessa una tregua ai ‘neri africani’, per puntare le frecce acuminate dell’odio verso i cinesi. Considerato che i propugnatori della discriminazione hanno bisogno sempre di qualcuno ‘diverso’ su cui rovesciare le loro frustrazioni infarcite di sentimenti nazionalisti, perché questa è la loro caratteristica, stavolta si sono inventati il cinese untore. In questo periodo, infatti, sono i ‘gialli’ ad essere diventati il bersaglio preferito dei sostenitori delle dottrine xenofobe, i quali, oltre alla paura che, ovviamente, colpisce anche loro, devono sopportare vessazioni e maldicenze di ogni genere. Le autorità sanitarie di tutti i paesi hanno messo in campo tutte le misure necessarie contro il contagio, ma al razzismo latente scatenato dall’ignoranza, o magari più ipocritamente mascherato dalla paura, a questo non c’è rimedio.
I migranti africani, quelli che rubano il lavoro agli italiani, svolgendo proprio i lavori che gli italiani stessi non vogliono più fare, adesso fanno meno paura perché a terrorizzare e angosciare la vita di chi si sente costantemente minacciato dall’altro, ora sono quelli con gli occhi a mandorla rei di essere portatori del coronavirus, anche se in Cina non ci vanno da anni. Insultati sul web e tenuti alla larga nella società, si vedono boicottare, perché nessuno ci entra più, anche i propri negozi, fino a poco tempo fa, presi d’assalto per i prezzi popolari che ci offrono, con conseguente calo delle vendite. Gli episodi di razzismo nei confronti dei cinesi si moltiplicano quotidianamente in tutto il mondo, ma a impensierire non è chi, ormai, ha sviluppato gli anticorpi contro il razzivirus, ma tutti i bambini e gli indifesi, che come al solito non hanno mezzi e strumenti adeguati per potersi proteggere. Tuttavia l’ignoranza è una malattia dell’ immenso universo dell’intelletto umano, e più si è ignoranti più si è razzisti, e il pregiudizio la fa da padrone anche quando a rassicurarci sono i luminari della medicina e gli scienziati più esperti.