Accoglienza: Vitaliano Fulciniti ospite del Club per l’UNESCO di Gioiosa a Palazzo Amaduri
Vitaliano Fulciniti dopo avere svolto egregiamente il ruolo di “servitore dello Stato” nella Guardia di Finanza, ha operato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ stato per oltre un anno Direttore del Regional Hub Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Dopo la straordinaria esperienza vissuta presso la struttura del “Cara Casa” ha scritto un libro dal titolo “Dall’accoglienza all’integrazione” frutto della personale esperienza (umanamente toccante) con sviluppi di grande crescita solidale in una realtà dai risvolti contraddittori. Un’interessante pubblicazione a cura della casa editrice RUBBETTINO.
Vitaliano Fulciniti, sarà ospite del Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica, sabato 29 febbraio dalle ore 17,00 circa presso la sala delle Adunanze di Palazzo “Amaduri”.
L’accoglienza dovrebbe essere considerata alla pari dell’integrazione. Infatti, si tratta di un processo sociale finalizzato alla pacifica convivenza tra individui e gruppi culturalmente ed etnicamente differenti fondato sul rispetto della diversità e dei diritti fondamentali e delle istituzioni democratiche. Il termine integrazione è usato per indicare la collocazione socio – economica degli immigrati sia nell’ambito lavorativo sia socio economico. In generale, quello dell’accoglienza e dell’integrazione è un obiettivo proclamato e spesso sostenuto dai governi, ma i risultati non sempre sono adeguati alle attese, almeno in Italia. Secondo uno studio recente per buona parte degli italiani l’immigrazione è un problema primario, anche più della criminalità, dell’inquinamento e della disoccupazione. Gli stranieri in Italia rappresentano meno del 10% della popolazione residente, mentre i detenuti stranieri rappresentano circa il 34% della popolazione carceraria e provengono per la maggior parte dall’Africa. Il dato è “ingannevole” perché la popolazione italiana è formata da circa sessanta milioni di abitanti, mentre la “popolazione carceraria” è di circa sessantamila detenuti (al 30 aprile 2019). L’alta percentuale dei detenuti stranieri (circa ventimila) potrebbe essere spiegata in diversi motivi, quali l’assenza d’integrazione, la povertà e la mancanza di speranza che porta queste persone a violare le leggi. Le Nazioni Unite e l’Europa dovrebbero attivare i progetti da sempre proposti ma mai attuati. In particolare, di aiutare i migranti nei loro paesi di provenienza.
Nicodemo Vitetta