Il sindaco di Riace decide di tornare al Medioevo e intanto offende il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Lucio Musolino. A cui esprimiamo solidarietà
Probabilmente il Sindaco di Riace Antonio Trifoli, frequentando i leghisti, avrà imparato l’arte dell’offesa e della delegittimazione da loro.
Ma andiamo per ordine. La giunta di Riace ha deciso di tornare al medioevo, eliminando il cartello che dava il benvenuto a Riace e che recitava “Riace paese dell’accoglienza” sostituendolo con un cartello confessionale che definisce Riace il “Paese dei Santi Cosimo e Damiano”.
Un pò come Salvini che lascia donne e bambini in mezzo al mare ma intanto bacia il rosario e invoca la Madonna.
Il collega Lucio Musolino, che conosciamo e stimiamo da sempre, ha scritto un pezzo per il suo giornale, “Il Fatto Quotidiano”, nel quale ha evidenziato un clamoroso errore del sindaco devoto: “Forse per cancellare le origini siriane dei due santi o, peggio ancora, per lanciare un messaggio a Mimmo Lucano da poche settimane tornato a casa dopo 11 mesi di divieto di dimora, il sindaco Trifoli e i due preti che hanno presenziato all’inaugurazione non si sono accorti nemmeno di avere sbagliato il nome di San Cosma diventato “Cosimo” nel cartello che ora campeggia all’ingresso di Riace. Forse era troppo ricordare la storia dei due gemelli martiri nati in Arabia e che si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l’arte medica in Siria. Una storia che, con le dovute differenze, assomiglia a quella dei tanti profughi e richiedenti asilo che hanno trovato accoglienza nella Riace targata Mimmo Lucano”.
Evidentemente questo non è stato digerito dal sindaco di Riace che dal suo profilo facebook scrive:
Se usassimo il suo modo volgare di attaccare Lucio, dovremmo scrivere che questo è tale Antonio Trifoli, che pur essendo probabilmente ineleggibile si definisce sindaco di Riace… ma non ci metteremo mai al livello dei leghisti e dei loro compari, quindi ci limitiamo ad esprimere massima solidarietà al collega Lucio Musolino, che non si definisce giornalista ma è un giornalista iscritto all’ordine.
I tentativi di screditare e sminuire il lavoro altrui sono propri di quella sottocultura politica dell’odio che non ci appartiene e che combatteremo sempre.
Voi magari, tra un insulto e l’altro a chi fa bene il proprio lavoro, prima di pregare i santi a cui vi appellate, cercate di avere l’umiltà di studiarne la storia e di impararne quantomeno il nome!