Festival di Venezia, Klaus Davi: “Io trattato come fossi un affiliato di ‘ndrangheta”
“C’è poco da dire sul rifiuto di Barbera ad ospitare un film sul riscatto di San Luca realizzato da Ambrogio Crespi al prossimo Festival di Venezia. Per la sinistra radical chic si deve parlare di Calabria e dei calabresi solo umiliandoli e massacrandoli, inventandosi che sono tutti mafiosi. .La sua lettera parla da sola : “di film cosi ne abbiamo già troppi”, ha scritto Barbera. Poi parlano di riscatto delle periferie e si meravigliano che trionfa il sovranismo nelle periferie! I primi ‘sovranisti’ sono loro. Negando alla possibilità al sud di riscattarsi e di esprimere una voce diversa. Quella di Barbera, sulla cui competenza tecnica non metto becco poiché è indubbia, è però il tipico atteggiamento per cui se ti occupi di certe cose diventi automaticamente un affiliato della Ndrangheta. Semplicemente non meriti attenzione…”. Lo ha dichiarato Klaus Davi co-autore di un documentario su San Luca rifiutato dal Festival di Venezia . “Ma lo leggete cosa scrivono? La ‘costituente delle idee’’ Fanno salotto mentre il sud muore. Per me sinistra vuol dire Pasolini (che stava con i carabinieri e la polizia ) , vuol dire Berlinguer, vuol dire Danilo Dolci, i tanti bravi sindaci sul territorio. Loro sono dei tristi esempi di elitarismo autoreferenziale e moribondo.”
Klaus Davi