Sgombero tendopoli, Comitato San Ferdinando: “Dove andranno queste persone?”
Riceviamo e pubblichiamo
Non è ancora passato un mese dalla bellissima Assemblea Pubblica tenutasi nella sala consiliare del Comune di San Ferdinando – indetta il primo febbraio scorso dal “Comitato spontaneo per il riutilizzo delle case vuote nella Piana”, e partecipata da Sindaci, Organizzazioni operanti nel Sociale, ONG, Organizzazioni sindacali e contadine – che i proponimenti di alcuni dei partecipanti, prima del tutto in linea col titolo del Comitato organizzatore, sembrano essersi dissolti come neve al sole.
I fatti: da qualche giorno, a parte la continua “deportazione volontaria”, a piccoli gruppi, di molti immigrati verso spesso non meglio precisati centri d’accoglienza, iniziata all’indomani della morte di Moussa Ba, continuano gli andirivieni di polizia, CGIL, una parte della Caritas (certamente non quella dell’accoglienza diffusa di Drosi, che teniamo sempre a citare nelle nostre assemblee), tra vecchia, nuova e nuovissima tendopoli; fino all’ordinanza di sgombero della baraccopoli della vergogna, emessa oggi dal Sindaco di San Ferdinando, a cui ha fatto seguito nella stessa giornata l’installazione di nuove tende.
Ora, senza alcuna polemica, una domanda, o più di una, ce la dobbiamo porre: perché, all’Assemblea Pubblica del primo febbraio tutti gli attori citati, hanno parlato dell’opportunità di giungere a una risoluzione definitiva, mediante l’assegnazione delle case vuote presenti nella Piana, e oggi, al contrario, ci ritroviamo con un’ordinanza di sgombero, a discapito di più di un migliaio di migranti (solo nella baraccopoli) e l’installazione subitanea di nuove tende? A che sono serviti tutti i buoni propositi espressi in Assemblea? Dove andranno queste persone? Forse nei centri d’accoglienza che verranno, a loro volta, cancellati per effetto della legge sulla sicurezza, o nelle nuove tende installate oggi che diverranno ben presto un nuovo ghetto della vergogna?!
Ultimamente anche la Prefettura aveva parlato di accoglienza diffusa per i migranti all’interno dei centri abitati e avevamo accolto con soddisfazione queste dichiarazioni.
Oggi non possiamo essere altrettanto contenti, perché la tensione e la disperazione di chi non ha alternative tangibili ci appartiene, se vogliamo ancora considerarci Umani; se, invece, qualcuno ammicca alla spettacolarizzazione delle tragedie altrui o alla perenne campagna elettorale giocata sulle spalle dei più deboli, ebbene: vogliamo essere dalla parte di questi Ultimi!
Come Comitato continueremo nel nostro impegno che punta a una soluzione concreta e definitiva, e ribadiremo la nostra strategia nell’incontro previsto a breve con la Regione Calabria.
Comitato per il riutilizzo delle case vuote nella Piana di Gioia Tauro