Aiello: “Un plauso al sindaco di Amendolara che si dimette e protesta insieme ai dipendenti precari del suo comune”
Di Pasquale Aiello
Un plauso al sindaco di Amendolara, un paese di circa 3000 abitanti in provincia di Cosenza, che si è dimesso dalla carica per stare al fianco dei lavoratori socialmente utili calabresi che da parecchi giorni sono ormai mobilitati a tutelare i propri diritti. Pare che purtroppo il governo giallo-verde, il quale sta assumendo sempre più sembianze gattopardesche, non abbia inserito nella manovra di bilancio le misure necessarie sia economiche sia normative destinate al processo di stabilizzazione di questi lavoratori che da oltre venti anni garantiscono i servizi negli enti locali specie in quei comuni dove l’organico per via di tagli, patti di stabilità e balle varie è ridotto al lumicino.
Del resto, non c’è da stupirsi se la Calabria con i suoi problemi non sia considerata, visto che non più di qualche giorno fa, a proposito del ‘Reddito di cittadinanza’, il teorico leghista Giorgetti con un pensiero indirizzato molto probabilmente soprattutto ai meridionali, in special modo ai calabresi, diceva “piace solo all’Italia che non ci piace”. LPU-LSU, è una vicenda vecchia, la storia di questi lavoratori precari umiliati e mortificati da un sistema borghese sempre più servo di un capitalismo alla deriva e stampella di una economia malata. E’ una categoria di lavoratori nata nel contesto normativo degli ammortizzatori sociali, che alla fine si è rivelata indispensabile per le macchina amministrativa, hanno lavorato in modo del tutto precario e nell’incertezza assoluta per lo stato, ma finora, nonostante ciò, per la politica, questi dipendenti sono stati solo un ‘bacino elettorale’, divenendo nel tempo destinatari di sacchi e sacchi di demagogia a basso prezzo e centinaia di promesse non mantenute da parte di tanti politici cialtroni. Adesso hanno deciso che è giunta l’ora di lottare in modo forte e determinato.
Il sindaco di Amendolara, Antonio Ciminelli, il quale probabilmente, ha capito che la solidarietà a parole non basta più, ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente del consiglio ed è sceso in strada per partecipare alla manifestazione di protesta insieme ai dipendenti precari del suo comune. A questo punto, considerato che tutti, o quasi, i comuni di Calabria sono nelle medesime condizioni, ci si auspica un ruolo attivo e più incisivo di tutta l’Anci affinchè si faccia sentire e si proponga un tavolo con il governo per trovare finalmente una soluzione condivisa e definitiva, magari, qualora ce ne fosse bisogno, innescando una protesta corale dura, chiara e marcata che coinvolga tutti i sindaci calabresi e oltre, consiglieri regionali, metropolitani e provinciali, visto che senza le prestazioni di questi lavoratori nessuno sarebbe più in grado di assicurare i servizi essenziali ai cittadini.