Pasquale Cavallaro è un eroe? E il Pci ha tradito la “Repubblica di Caulonia”? – terza parte
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Pasquale Cavallaro è un eroe? E il Pci ha tradito la “Repubblica di Caulonia” ? – seconda parte
Insomma, per tutto il libro Taranto demolisce la persona e le azioni di Pasquale Cavallaro e difende la linea politica del Pci.
Cavallaro viene descritto come un egocentrico e opportunista, che tenta di piegare il partito alla sua voglia di potere. Ma la sua visione, per Taranto, è così piccola da non consentirgli di riuscire nei suoi intenti. Partendo da Caulonia avrebbe voluto conquistare il potere statale in un momento storico in cui era ancora in corso nel nord d’Italia la lotta di Liberazione dal nazifascismo.
Quindi l’adesione di Cavallaro al partito comunista non sarebbe stata dettata da una condivizione ideale, ma da puro interesse.
A riprova di questa opinione Taranto racconta un episodio avvenuto diversi anni dopo la rivolta (o le rivolte), nel 1960, quando il gruppo di Cavallaro, eletto in consiglio comunale, anzichè schierarsi coi comunisti e le altre forze di sinistra, si schierò coi democristiani e coi fascisti nella formazione della compagine di maggioranza. Cavallaro divenne così assessore.
Taranto scrive che in un comizio di quella campagna elettorale, da lui stesso ascoltato, Cavallaro affermò: “… Io non fui contro il fascismo, ma contro la politica contingente di Mussolini”.
Anche l’episodio, sempre ripetuto da Pasquale Cavallaro, secondo cui Stalin in persona avrebbe detto che: “Ci vorrebbe un Cavallaro in ogni paese!”, sembra non avere alcun fondamento.
Insomma, dal racconto di Taranto emerge un Cavallaro ben diverso da quello descritto in altri libri. A fare da contraltare c’è un partito comunista lungimirante che difende gli interessi delle classi sociali più deboli.
Ovviamente la discussione non si esaurirà qui e proveremo in futuro a dare conto delle altre versioni di questa vicenda che riguarda Caulonia e la sua storia ma anche un pezzo di storia d’Italia.