Il 25 luglio “pastasciutta antifascista” per non dimenticare la barbarie del fascismo di ieri e di oggi
Riceviamo e pubblichiamo
Evento centrale a Casa Cervi (Gattatico) con la Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo. La storia di quel festoso 25 luglio 1943. La rete delle pastasciutte antifasciste
Tra la tarda serata del 24 luglio e le prime ore del 25 luglio del 1943, il “Gran Consiglio del Fascismo” (il luogo centrale del potere del regime) a larga maggioranza deliberò la destituzione di Mussolini per riaffidare al re Vittorio Emanuele il supremo potere politico e militare.
La notizia, pur con le difficoltà delle comunicazioni dell’epoca, si diffuse grazie anche alla rete delle organizzazioni antifasciste.
Fu così che, in molte delle case degli oppositori al regime ed alle sue nefandezze (la violenza, le leggi razziali e la guerra) si determinò un clima gioia e di festa. Finalmente si poteva sperare che il fascismo e la guerra fossero finiti. Purtroppo, come tutti sappiamo, la situazione divenne ancor più drammatica a causa della liberazione di Mussolini da parte degli alleati-padroni nazisti e della costituzione della “repubblica di Salò”.
Ma la sera del 25 luglio del 1943, così come avvenne probabilmente in molte altre case, in casa Cervi fu “festa grande” tra piatti di “pastasciutta” e bicchieri di vino rosso emiliano.
Il ricordo di quella serata in casa Cervi è ancora così vivo nella memoria dell’antifascismo che tra il 24 e il 25 luglio, ci si ritroverà in tutt’Italia, davanti ai piatti di “pastasciutta”, a brindare alla mezzanotte, nella speranza che il fascismo scompaia dalla storia, oggi come ieri.
Questa sera anche l’ANPI di Reggio Calabria, entrata nella “rete delle pastasciutte di casa Cervi”, ha organizzato la cena rievocativa.
Ufficio Stampa ANPI