Ucciso da un’autobomba: in manette una famiglia della ‘ndrangheta
Notizia tratta da: ilgiornale
Lo scorso 9 aprile il 42enne, ex rappresentante di medicinali e da poco impegnato nella politica del Comune, aveva perso la vita a causa della deflagrazione di un ordigno esplosivo, posizionato nell’auto sulla quale viaggiava, la Ford Fiesta di sua proprietà.
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L’uomo, quel giorno, si era recato insieme al padre nella campagna di Limbaldi, nel Vibonese. Dopo alcuni metri, qualcuno, con un comando a distanza, ha azionato la bomba, posizionata sotto il sedile dell’autista. L’auto ha iniziato a prendere fuoco, mentre il padre di Vinci è stato sbalzato fuori dall’abitacolo. Nel tentativo di salvare il figlio, anche l’uomo è rimasto gravemente ferito.
Oggi i carabinieri di Vibo Valentia e di Catanzaro, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) della Procura di Catanzaro, hanno arrestato sei persone, tutti componenti della famiglia ‘ndranghetista dei Mancuso, vicini di casa della vittima, con la quale avevano avuto frequenti liti per motivi di confine.
Il Corriere della Sera ha reso noti i nomi dei fermati: si tratterebbe di Rosaria Mancuso, sorella del boss Pantaleone “Luni” Mancuso, suo marito Domenico Di Grillo, le figlie Rosina e Lucia, con il marito Vito Barbara e Salvatore Mancuso, fratello di Rosaria. L’accusa ipotizzata dai magistrati e di omicidio volontario.
Francesca Bernasconi