Lettera aperta di “Attiviamo Caulonia” agli amministratori: “Sulle tasse non siete andati incontro ai cittadini”
Riceviamo e pubblichiamo:
Il 5 febbraio scorso è stata una giornata importante per migliaia di Comuni italiani, che hanno deciso, a differenza del Comune di Caulonia, di aderire alla rottamazione bis delle cartelle esattoriali che erano state emesse per una serie di tasse locali non pagate regolarmente, quali Tari, Tasi, altre imposte di carattere comunale e sanzioni amministrative.
In quelle comunità le amministrazioni hanno concesso ai loro cittadini la possibilità di pagare eventuali arretrati in maniera ridotta e a rate evitando sanzioni troppo pesanti e gravosi interessi di mora.
Tante grandi città come Roma, Napoli, Genova, Palermo, Venezia e Perugia, hanno deciso di aderire alla rottamazione così come moltissime altre amministrazioni locali.
La domanda nasce spontanea, perché la nostra amministrazione comunale non ha voluto aderire?
Questa è la domanda che poniamo in questa lettera aperta al sindaco e agli assessori dell’ente.
Eppure il legislatore, dopo ben 15 anni, (l’ultima volta era stata permessa nel lontano 2003), aveva autorizzato gli enti a farlo.
Perché il Comune di Caulonia non è andato incontro ai suoi cittadini concedendo loro la possibilità di definire in maniera agevolata le situazioni debitorie relative ai canoni acqua arretrati, chiedendo la corresponsione di somme ridotte e con pagamento rateale ?
Ciò poteva (doveva) essere fatto in considerazione dell’inesistenza, per la quasi totalità degli allacci idrici, dei relativi contratti, cosa che produce la conseguente inesistenza del diritto dell’ente a richiederne i pagamenti.
Le sentenze del Tribunale e del Giudice di Pace competenti vedono la costante soccombenza del Comune con l’annullamento del credito e la condanna alle rifusione delle spese di lite.
Stante questa situazione, é del tutto verosimile che le future richieste di pagamento dei canoni acqua, produrranno un aumento del contenzioso giudiziario dell’ente a cui conseguiranno condanne per pagamento di spese legali, che ingiustamente saranno, ancora una volta, poste a carico della comunità già offesa.
E chi meglio del Comune di Caulonia aveva interesse a fare entrambe le cose, atteso che vantava crediti di tale natura verso i propri cittadini tali da evitare, con quasi certezza, con detta operazione, la dichiarazione di dissesto ?
Perché si è persa un’occasione storica di stipulare un patto fiscale con la cittadinanza che avrebbe condotto a una vera pace fiscale con giovamento reciproco assoluto per l’ente e per i suoi cittadini ?
Non si è voluto ?
Grave !
Non si è conosciuta la possibilità ? Peggio, gravissimo !
Non si conoscevano, alla data di scadenza del beneficio, i dati numerici da sottoporre a valutazioni di opportunità ?
Ancora più grave.
Eppure il bilancio del Comune non si è potuto “chiudere” solo per poche centinaia di migliaia di euro a fronte di una massa di residui di diversi milioni euro.
Sarebbe bastato incassare solo una minima percentuale per evitare il dissesto. Il tentativo si poteva fare, non avrebbe compromesso nulla, anzi.
Oggi, ahimè il dissesto è dichiarato e coloro i quali sono creditori dell’ente dovranno accontentarsi con poco, in genere non più della metà del loro credito, oppure, dovranno aspettare la chiusura del dissesto, per soddisfarsi del legittimo diritto, tre anni, quattro, cinque, solo Dio lo sa !
Nel frattempo, però, gli amministratori che hanno votato il dissesto e che, in parte, sono gli stessi che l’hano prodotto o, perlomeno, permesso, avendo fatto parte dello stesso sistema di potere, incasseranno le loro indennità per l’intero e puntualmente a fine mese.
Poveri creditori, ma che colpe hanno, perché devono pagare di tasca loro per gli errori dei responsabili, rimasti immuni ?
Ebbene, queste sono riflessioni, riteniamo legittime, di cittadini cauloniesi, vistisi privati di una possibilità storica e di creditori dell’ ente, vistisi costretti ad accettare, per una situazione per loro incolpevole, una compressione ingiusta di un loro sacrosanto diritto.
Chiediamo, quindi, alla giunta di volerci spiegare il perché delle sue scelte.
Scelte che fanno suonare quasi come beffarda la loro richiesta del 5 per mille dell’Irpef in favore del Comune di Caulonia.
Lo facciamo nella speranza di essere convinti della bontà delle loro argomentazioni tecniche e legislative.
Lo facciamo in un clima di distensione e serenità senza aizzare gli animi e senza acredine.
Lo facciamo nella consapevolezza che i diversi convincimenti politici non possono, anzi, non devono, interferire con i rapporti personali.
Pacatamente e sommessamente chiediamo agli amministratori di voler dimostrare sensibilità nella comprensione delle ragioni dei creditori e dei cittadini di Caulonia.
Pacatamente e sommessamente chiediamo loro una dimezzamento delle indennità per la durata del dissesto.
Chiediamo di voler destinare le somme al pagamento del contributo scuolabus per le famiglie più bisognose, che, per le stesse ragioni, saranno da settembre prossimo, senza alcuna loro colpa, costretti, ingiustamente, a pagare di tasca loro per fare esercitare ai loro figli il sacrosanto diritto costituzionale allo studio.
Vi chiediamo, infine di volerci stupire. Smentite il nostro convincimento che questa lettera rimarrà senza risposta.
Attiviamo Caulonia