Cgil Reggio Calabria – Locri: “Fermiamo la scia di sangue delle morti bianche”
Riceviamo e pubblichiamo
Centacinquantanove decessi dall’inizio dell’anno: è un dato agghiacciante quello fornito dall’Osservatorio indipendente di Bologna che certifica la morte di un lavoratore al giorno per mancanza di sicurezza. Si ripropone – scrive in una nota il segretario generale della CGIL di Reggio Calabria – Locri, Gregorio Pititto – per l’ennesima volta l’emergenza sicurezza sul lavoro in Italia, una piaga evidentemente mai combattuta efficacemente, ma che piuttosto si sta incrementando dopo molti anni di discesa, complice la seppur fragile ripresa economica, il maggior utilizzo di lavoratori over 60, più esposti agli incidenti, e a una diffusione maggiore dei contratti a tempo determinato, che con la frequente rotazione di mansioni non agevolano l’acquisizione di competenze e informazioni utili ad evitare incidenti.
In pratica i lavoratori stanno pagando con la propria vita gli effetti della crisi, costretti dalla necessità ad accettare un lavoro precario, povero e non sicuro. A questo proposito, non è certamente un caso che gli extracomunitari paghino un prezzo percentualmente più alto sul fronte delle morti bianche.
La CGIL non può accettarlo, ed esige che la ripresa offra lavoro di qualità, non semplicemente un lavoro purché sia, con una lotta senza quartiere al lavoro irregolare e sommerso.
Tutto ciò per dire – continua Pititto – che il tragico, recente incidente di Crotone non può essere rubricato come un mero fatto di cronaca nera; rappresenta, invece, l’esito di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, che impone una riflessione ancora più grave perché avvenuto in un cantiere pubblico che dovrebbe, a maggiore ragione, garantire totale rispetto delle misure di sicurezza.
Pertanto, ritengo improcrastinabile la costituzione di una task force, coordinata dalle prefetture, composta da istituzioni, sindacati e associazioni datoriali per fermare questa scia di sangue, che stabilisca un rafforzamento del controlli e delle ispezioni e promuova agevolazioni per gli investimenti nei sistemi di prevenzione da parte delle aziende, in particolare di quelle piccole che economicamente faticano ad adeguarsi ai necessari standard di sicurezza sul lavoro.
Sarà questo il refrain della prossima Festa del Lavoro della CGIL – conclude il segretario – una manifestazione nazionale forte di denuncia e proposte contro la recrudescenza degli infortuni mortali, perché non vogliamo più assistere a processi come quelli per la morte di Matteo Armellini, l’operaio rimasto schiacciato a causa del crollo del palco sul quale si sarebbe dovuta esibire Laura Pausini. Non vogliamo più attendere anni perché sia fatta giustizia. Non vogliamo più processi come quello per la morte di Matteo, che a sei anni dal drammatico incidente non ha ancora vista scritta la sentenza di primo grado, con l’accertamento delle eventuali responsabilità. Pretendiamo, invece, che le istituzioni si assumano la responsabilità della salute dei propri cittadini e che gli interlocutori del sistema produttivo senza più indugi attuino e rispettino la puntuale legislazione esistente”.
Ufficio Stampa Cgil Locri – Reggio Calabria