L’architetto Angela Alfieri del Comune di Gioiosa racconta della sua visita a Malta
Andare in viaggio può significare mettersi a cavallo tra l’esperienza reale e quella immaginaria, “essere e vivere” – contemporaneamente – un momento del vissuto come pure dell’elaborazione dell’immaginario di quel mondo di tradizioni, lingue e forme di vita.
Da questo presupposto, si è affrontato il viaggio a Malta – inteso con lo stesso significato del viaggio eroico di Ulisse, il quale proprio nell’isola di Gozo, secondo la leggenda, trascorse ben sette anni con la ninfa Calipso, incapace di riprendere il mare e continuare il suo viaggio – ed è stato un viaggio di esplorazione, di conoscenza e anche di avventura.
Da grande romantica ed amante del Mediterraneo sono andata alla ricerca del bello del patrimonio artistico, paesaggistico, storico di questa isola immersa nel mare a poca distanza dalla nostra bella Sicilia, ritenute da molti “isole cugine”.
Solo 90 km dividono il tragitto di mare tra le due isole, e proprio perché le distanze sono minime, i caratteri antropomorfi e culturali sono simili e familiari.
Accanto ai segni tipicamente mediterranei, la storia di Malta è segnata dalla presenza della dominazione dell’Inghilterra, il cui controllo è terminato soltanto nel 1947, con la conseguenza indipendenza nel 1964. I segni ancora si distinguono nella lingua (seconda lingua nazionale), nella presenza delle famose cabine rosse del telefono, nella presenza di un gran numero di autobus gialli che sono ancora in circolazione e sono diventati un’icona dell’isola (tanto da essere riprodotti in miniatura e venduti come souvenir per i turisti), nell’uso della guida a sinistra, nella cura dei giardini, nella presenza delle famose cassette postali e nelle cabine telefoniche di colore rosso.
Malta è da considerare un melting pot, un mosaico di culture diverse. Anglosassoni, latini, arabi vivono e condividono la vita maltese sotto un unico cielo, creando un microcosmo di straordinaria concentrazione e intensità.
Quanto di più curioso ed interessante è la lingua maltese (lingwa Maltija), appartenente alle lingue semitiche, una sorta di dialetto arabo miscelato con molti termini siciliani dialettali, la cui sonanza crea un interesse molto suggestivo.
Moltissime le attrattive turistiche di Malta, tra cui il mare, il paesaggio costiero, l’entroterra più rude, l’architettura militare dell’ordine dei Cavalieri, le aree preistoriche dei megaliti, i siti pittorici.
L’arte e l’architettura del periodo barocco uniscono con un filo diretto Malta alla Sicilia ma anche alla nostra Calabria: le innumerevoli chiese barocche maltesi traboccano dei dipinti che Mattia Preti dipinse durante i 38 anni trascorsi sull’ isola e il grande Caravaggio, prima di andare in Sicilia, trascorse qualche burrascoso mese a Malta dove dipinse alcune splendide opere prima della sua rocambolesca fuga dal forte Sant’ Angelo, presso Birgu, dove i Cavalieri lo avevano rinchiuso.
La ricchezza di patrimonio artistico concentrato in questa isola è davvero formidabile, e ritornando alla presenza del nostro conterraneo pretiano, siamo fieri dell’elogio artistico che soprattutto in questi ultimi anni gli si sta riconoscendo. Nella sua terra di adozione cominciò a produrre alcuni dei suoi più grandi lavori, e come non poter andare a visitare le meraviglie del suo pennello.
Di buona lena, accompagnata da qualche amica volenterosa, durante il mio breve viaggio a Malta, la mia curiosità e caparbietà mi ha portato a raggiungere, a bordo di un tipico autobus in stile inglese, La Valletta e di corsa verso la Concattedrale di San Giovanni, che ospita diversi capolavori del Caravaggio, ed anche di Mattia Preti. Il pittore calabrese si occupò di dipingere la pala d’altare della cappella di Aragona, realizzando uno dei suoi capolavori, il “San Giorgio a cavallo”, le raffigurazioni della vita di San Giovanni su tutta la volta della chiesa, ed inoltre i raffinati e complessi intarsi nelle imponenti colonne di pietra che sorreggono l’edificio.
Presentarsi come calabresi a Malta, ha significato anche aver un feeling maggiore con la popolazione autoctona, e chissà come mai, la fortuna è arrivata nelle mani: la porta della Collegiata di San Lorenzo, situata accanto alla Chiesa, nella città medievale di Birgu (Vittoriosa), aperta solo agli addetti ai lavori, ove era in procinto il restauro del “Martirio di San Lorenzo” si è aperta, svelando una tela di gigantesche dimensioni rimessa a nudo e riportata ad antico splendore grazie al lavoro certosino di restauratori sia calabresi che maltesi.
Percorrendo la città di Birgu, con una guida di eccezionale sensibilità e passione, Lorenzo, non altro che il consigliere del Comune di Birgu, non è stato difficile immedesimarsi nel contesto medievale di questa città, attraversando il borgo medievale caratterizzato da tre porte diverse, ognuna ben difesa e protetta da bastioni, lungo le strette viuzze ove sono ancora presenti i cosidetti “ouberge”, nonchè gli antichi alloggi dei membri dell’ordine dei Cavalieri.
Nel colacchio di Birgu, l’Ouberge de France, noto anche come il Palazz tal Miljunarju (il palazzo del milionario), in un contesto urbano davvero singolare, ha ospitato la delegazione di SOLIDA, formata dai sei paesi europei e rappresentati dal comune capofila di Gioiosa Ionica, dal comune di Birgu – Malta, dal comune di Lousada – Portogallo, dal comune di Neapoli-Sykies – Grecia, dal comune di Novo Mesto – Slovenia, dal comune di Erdut – Croazia.
Sindaci, assessori, consiglieri comunali, addetti ai lavori e eccezionalmente un conservatore dei beni architettonici ed ambientali alla ricerca di spunti, si sono dilettati, oltre a discutere del progetto internazionale “SOLIDA”, a rincorrere quegli spunti caratteriali della città di Birgu.
L’esperienza maltese è stata illuminata da una grande accoglienza, che è tipica della gente del mediterraneo. I luoghi, meravigliosamente timbrati dal colore ocra, per la presenza di rocce calcaree, usate nelle malte, negli intonaci, nelle pietre sbozzate dei muri, lo scintillio delle acque del mare che si riflette sulle barche e sui luzzi ( tipiche imbarcazioni da pesca), il suono cadenzato del dialetto maltese, hanno lasciato una traccia importante, segno di un intenso scambio culturale e di una koinè comune.
Un grazie doveroso all’Amministrazione comunale che ha inteso investire nella formazione specialistica del proprio personale tecnico, inviandomi presso Malta, e grazie alla Recosol che ha assentito a questa proposta con favorevole giudizio.
Angela Alfieri