Riunire le due Gioiosa in un unico grande comune: l’opinione di Maurizio Zavaglia
RIUNIFICAZIONE E NON FUSIONE TRA LE DUE GIOIOSA
Il dibattito opportunamente avviato dalla testata Ciavula sul tema della Grande Gioiosa merita qualche riflessione, con un approccio squisitamente pragmatico e non aleatorio, superando tatticismi e campanilismi. Preciso subito, ribadendo posizioni già espresse in passato, che sono fermamente convinto sull’esigenza e sull’utilità della riunificazione. Dico “riunificazione” e non “fusione” perché occorre preliminarmente ricordare che il caso di Gioiosa Ionica e di Marina di Gioiosa è anomalo, diverso dai casi di fusione che sempre più numerosi si stanno effettuando in Italia, trattandosi di una comunità storicamente unica ed improvvidamente separata con Decreto n. 431 del 21 aprile 1948.
LA STORIA
Stiamo parlando, cioè, di un unico Comune fino a quasi settant’anni addietro. La stazione ferroviaria (quanto erano belli i tempi di quando per uscire dalla Calabria si saliva sul treno qui, invece di recarsi a Rosarno!), peraltro, si chiama ancora “Gioiosa Ionica”. Si racconta che il nuovo Comune chiese alle allora Ferrovie dello Stato di modificare il nome della stazione. Ferrovie rispose “va bene, ma vi dovete accollare il costo della ristampa di tutti gli orari ferroviari presenti nelle stazioni italiane”. Non possiedo documenti storici a riprova di questa circostanza, ma le persone più anziane lo indicano come fatto realmente accaduto.
Ho la piena consapevolezza che tornando su quelle vicende storiche si corre il rischio di non aiutare la causa della riunificazione, però ritengo anche corretto (soprattutto per le nuove generazioni) fare un esercizio di “memoria storica”. A mio avviso l’autonomia di Marina di Gioiosa fu ottenuta NON A FAVORE DEL POPOLO, bensì CONTRO IL POPOLO. Certamente l’iniziativa fu intrapresa SENZA IL COINVOLGIMENTO DEL POPOLO STESSO. Ne è testimonianza uno straordinario documento storico, un verbale dal titolo DELIMITAZIONE TERRITORIALE FRA I COMUNI DI GIOIOSA IONICA E MARINA DI GIOIOSA IONICA. Lo trascrivo testualmente:
“L’anno millenovecentoquarantotto, addì 19 del mese di agosto in Gioiosa Jonica, nell’Ufficio della stazione dei Carabinieri, ore 12.50.
Sono presenti il dott. Colasurdo Emanuele, quale Commissario Prefettizio del Comune di Gioiosa Jonica Marian, il sig. Sabatino Nicola, Sindaco di Gioiosa Jonica Superiore, il Tenente Mangano Dott. Santi, Comandante la Tenenza dei Carabinieri di Roccella Jonica, il maresciallo maggiore Romeo Giuseppe, comandante la stazione di Gioiosa Jonica, nonché i rappresentanti qualificatesi tali, delle contrade appresso indicate nelle persone a fianco di ciascuna indicati:
Contrada Armo: Marando Rocco di Pietro, classe 1914;
“ Lividace: Logozzo Giovanni fu Giovanni Battista, classe 1906;
“ Cola: Parrelli Pasquale fu Vincenzo, classe 1893;
“ Nappari e Palamonello: Prestia Giuseppe di Vincenzo, classe 1915;
“ Giardamida: Mesiti Rocco di Giorgio, classe 1909;
“ Selvaggio: Zavaglia Francesco fu Giuseppe, classe 1910;
“ Possessione: Iervasi Rocco di Domenico, classe 1914;
“ Micciò: Napoli Francesco fu Rocco, classe 1890;
“ Prisdarello: Murdocca Nicola di Rocco Vincenzo, classe 1923;
“ Circhetto: Jeraci Domenico di Giuseppe, classe 1925;
“ Tullio: Loccisano Felice di Giuseppe, classe 1916;
“ Ceravolo: Fammartino Rocco fu Domenico, classe 1914.
Si premette che questa mattina, verso le ore 8.30 si è riunita molta gente delle contrade anzidette per protestare avverso l’aggregazione delle contrade stesse al nuovo Comune di Marina di Gioiosa Jonica, ed ottenere che fossero riportati al Comune di Gioiosa Jonica gli atti dello stato civile e quelli anagrafici precedentemente trasmessi alla Marina di Gioiosa Jonica in esecuzione del Decreto Legislativo di costituzione di quest’ultimo Comune.
Fatto presente a quella folla che la vertenza si sarebbe risolta nelle forme di legge, sono stati invitati i rappresentanti di ogni singola contrada perché con calma esponessero al Commissario Prefettizio della Marina i loro desiderata. Questi rappresentanti hanno fatto presente la situazione di disagio in cui si vengono a trovare per l’aggregazione al nuovo Comune: infatti, data la distanza e la impraticabilità dei sentieri, nonché l’ostacolo creato dal fiume “Romanò” e relativi affluenti che specie d’inverno non sono attraversabili, gli abitanti di dette contrade trovano indispensabile recarsi al municipio di Gioiosa Jonica per le denunzie di stato civile, richiesta di certificati e svolgimento di tutte le pratiche amministrative. Precisano inoltre che questa indispensabilità si ha essenzialmente in caso di decessi e conseguente traslazione di salme.
Il Commissario Prefettizio della Marina di Gioiosa Jonica, dott. Colasurso Emanuele, fa presente che per il momento la disposizione di legge deve avere esecuzione e che saranno svolte tutte le pratiche necessarie perché queste contrade siano disgregate dalla Marina di Gioiosa Jonica ed aggregate nuovamente a Gioiosa Jonica Superiore. Nelle more dello svolgimento di dette pratiche, saranno presi gli opportuni accordi tra i due Comuni sul come potrà continuare lo stato di cose del passato; pertanto gli interessati potranno continuare a rivolgersi per il normale svolgimento delle pratiche amministrative e municipali al Comune di Gioiosa Jonica.
Da parte loro, gli intervenuti si impegnano di fare opera di persuasione nelle loro contrade per far si che tutti gli abitanti delle contrade stesse abbiano comprensione e attendano con calma che le pratiche siano portate a termine.
Del che si è redatto il presente verbale che previa lettura viene confermato e sottoscritto come appresso:
Marando rocco, Logozzo Giovanni, Parrelli Pasquale, Prestia Giuseppe, Mesiti Rocco, segno di croce di Zavaglia Francesco, Jervasi Rocco, Nappoli Francesco, Murdocca Nicola, Jeraci Domenico, Loccisano Felice, Fammartino Rocco, Romeo Giuseppe, Colasurdo Emanuele, Nicola Sabatino, Mangano Santi tenente.”
Che cosa emerge da questo documento? Innanzitutto che le persone protestarono. E’ scritto chiaro, infatti, nel verbale redatto dai Carabinieri e sottoscritto dai rappresentanti istituzionali di allora che “si è riunita molta gente delle contrade per protestare avverso l’aggregazione delle contrade stesse al nuovo Comune di Marina di Gioiosa Jonica”. E’ pure vero che dall’elenco delle contrade in protesta non sono indicate importanti realtà quali Iunchi, Leggio, Camocelli, Spilinga, Porticato, Carri, Fragastò, Drusù, Lenza, Galea ed altre. Rimane il fatto che pezzi significativi di territorio protestarono vivacemente, non avendo gradito l’aggregazione al nuovo Comune. Come andò a finire? Quasi tutte le contrade indicate nel verbale, ad eccezione di Circhetto e Possessione, tornarono a far parte di Gioiosa Ionica. Cosa era successo? Per come riferisce una autorevole fonte, l’avvocato Francesco Macrì già sindaco di Marina di Gioiosa e persona di cui ho grande stima, “la prima linea di demarcazione venne tracciata su una Carta dell’Istituto geografico militare, cui forse fa pure riferimento il decreto di istituzione del nuovo Comune”. In seguito alle proteste delle popolazioni citate “la linea di demarcazione venne rivisitata ed anche materialmente ripercorsa dai rappresentanti dei due Comuni”. Da questi sopralluoghi, peraltro, “si accertò che l’attribuzione alla Marina di quasi tutte quelle contrade era stata frutto di un errore di lettura della linea tracciata sulla carta geografica”. In buona sostanza, tutta l’operazione della nascita del nuovo Comune fu costruita a tavolino. Alla faccia della democrazia e della partecipazione popolare!
L’OGGI
Appare chiaro anche agli sprovveduti che oggi non si potrebbe (eventualmente) tornare indietro senza un reale e robusto coinvolgimento della popolazione di entrambi i Comuni. Ecco perché occorre saper volare alto e mettere in piedi una capillare azione di confronto, discussione, animazione popolare. Valutando svantaggi e vantaggi. Questi ultimi, secondo me, sarebbero molto più consistenti dei primi e non solo per i robusti incentivi economici statali che pure esistono per le fusioni. Si tratta di capire e di saper spiegare i vantaggi che ne avrebbero le due comunità. In un contesto in cui tutti gli indicatori socio-economici e della qualità della vita indicano la Locride ultima in Italia ed in Europa, la nascita della grande Gioiosa potrebbe rappresentare uno stimolo ed una spinta per una pur timida inversione di tendenza. Penso ai tanti giovani costretti ad andare via a causa dell’assoluta mancanza di prospettive per il proprio avvenire. Il dato è veramente drammatico. Io ritengo che vi siano delle risorse da valorizzare, al fine di promuovere la nascita di nuove opportunità e, quindi, di nuovi posti di lavoro. Penso, per esempio, al turismo e ad un grande Comune che sarebbe rappresentato dal mare fino alle colline di Cessarè, passando per le tante meravigliose contrade e per il centro storico di Gioiosa. Penso alla necessità di allungare la stagione turistica oltre i fatidici 20 giorni di agosto e dell’esigenza di coniugare in modo organico, a tal fine, il mare e la spiaggia con l’enorme patrimonio storico-artistico-archeologico-paesaggistico-naturalistico di cui la grande Gioiosa dispone. Non è una frase fatta o retorica affermare che da noi si può fare turismo almeno 6 mesi l’anno. Sei mesi sono diversi dai 20 giorni di agosto. Si può fare, occorre crederci e lavorare tutti insieme in questa direzione!
Penso all’agricoltura ed allo stato di quasi abbandono in cui versano molte proprietà, mentre in televisione e su tutte le altre forme di comunicazione di massa (compresa la nuova frontiera del web) sentiamo sempre più spesso parlare della grande prospettiva data dall’agricoltura tipica e di qualità, delle produzioni biologiche, dei marchi che caratterizzano i prodotti identitari dei territori).
Più complessivamente, da un punto di vista politico-amministrativo, un unico grande Comune consentirebbe di avere una gestione del territorio e della prevenzione del dissesto idrogeologico più ordinata e con una visone d’insieme sui bacini idrografici presenti (le fiumare Torbido, Gallizzi, Romanò e loro affluenti). “Se la montagna è verde il mare è blu”, affermava padre GianCarlo Bregantini, che significa saper avere una programmazione ed una gestione del territorio organica e razionale.
Un unico grande Comune consentirebbe di avere una visione d’insieme sul tema strategico dei rifiuti. Molto bella ed importante è la notizia di questi giorni di due importanti finanziamenti ottenuti dai due Comuni per la raccolta differenziata (un terzo anche dall’Unione dei Comuni della Valle). Ciò consentirà di completare su tutto il territorio di Gioiosa Ionica il sistema “porta a porta” già avviato dall’Amministrazione del sindaco Salvatore Fuda e permetterà di avviare questo importante servizio a Marina di Gioiosa. Avere una omogeneità nel comparto è importante, soprattutto quando si parla di raccolta differenziata con il porta a porta. I due Comuni sono collegati da una miriade di arterie stradali, tra le quali la provinciale Prisdarello-Iunchi-Marina di Gioiosa, la Bernagallo-Drusù, la ex ferrovia Calabro Lucana, la provinciale Marina di Gioiosa-Gioiosa Ionica, la Sant’Anna-Lenza che arriva fino alla trasversale Giardini e quindi al Viale delle Rimembranze, la Ionio-Tirreno. E’ importante che in tutti i territori di confine tra i due Comuni sia attiva la stessa tipologia di servizio, viceversa assisteremo al “travaso” ed alla “mobilità” dei rifiuti dalle zone servite con il porta a porta con quelle immediatamente limitrofe.
Come non parlare anche dei servizi sanitari territoriali, che un unico grande Comune potrebbe meglio difendere di fronte all’Azienda Sanitaria Provinciale, al fine di migliorarli e potenziarli sempre di più (mi riferisco al Poliambulatorio di Gioiosa, al Centro di Igiene Mentale di Marina di Gioiosa, al servizio di guardia medica, che secondo me dovrebbe essere istituito anche in alcune popolose contrade più lontane dai centri abitati, vedi Prisdarello-Iunchi).
La riforma dei servizi socio-assistenziali, che vede finalmente attribuiti agli enti locali funzioni di programmazione e di gestione delle risorse (dopo diciassette anni dalla legge che prevede ciò!), consentirebbe ad un unico grande Comune di avere maggiore autorevolezza e capacità di proposta all’interno dell’ambito territoriale previsto dalla legge e che vede attualmente insieme diciannove Comuni (il cosiddetto Distretto Nord). Stiamo parlando dei bisogni delle fasce più deboli della popolazione e della necessità di saper dare risposte adeguate ad un disagio socio-economico in costante aumento. Appare scontato evidenziare che la stessa maggiore autorevolezza e capacità di proposta la si avrebbe nelle interlocuzioni con le Istituzioni sovra comunali, quali Città Metropolitana (ex Provincia), Regione, Governo Centrale.
Altro aspetto da considerare è che l’attribuzione delle risorse europee attraverso gli appositi bandi prevede cifre maggiori per un Comune con popolazione nella fascia > 10.000 abitanti rispetto alla somma di due Comuni nella fascia attuale (per tutti e due > 5.000 abbitanti).
Le argomentazioni a sostegno potrebbero essere ancora molte (razionalizzazione del sistema dei tributi, polizia municipale, servizio scuolabus ecc), ma rischierei di tediare i pochi lettori che abbiano avuto la pazienza di leggere fin qui.
L’augurio che faccio alle due nostre comunità è, in conclusione, che il 2018 sia l’anno del confronto e dell’approfondimento su queste tematiche, partendo dal basso ed a prescindere dalle situazioni istituzionali contingenti. Auguri di buon anno a tutte e tutti!
Maurizio Zavaglia
Presidente del Consiglio comunale di Gioiosa Ionica