Ma come fate a non partecipare agli incontri sulla differenziata “porta a porta”?
L’avvio della raccolta differenziata “porta a porta” – che coinvolgerà inizialmente oltre 800 utenze domestiche di cittadini gioiosani e che sarà gestita interamente da risorse interne alla macchina comunale – rappresenta evidentemente una novità di importanza assoluta per Gioiosa Ionica. Un fatto politico e sociale che non può non essere riconosciuto, qualunque sia il punto di vista (fiducioso o scettico, favorevole o contrario) individuato per osservarne l’evolversi effettivo.
In questo senso, sarebbe significativo e auspicabile che Gioiosa Ionica fosse attraversata da una sana dialettica democratica, che la politica locale sapesse produrre un vero confronto nel merito: soprattutto alla vigilia di una campagna elettorale che si prospetta quanto mai avvincente e nella quale si cimenteranno culture politiche anche assai diverse fra di loro.
La realtà, purtroppo, è tristemente differente. Almeno fino ad oggi.
Bastava osservare le assenze agli incontri organizzati lo scorso fine settimana dall’Amministrazione Comunale, incontri finalizzati ad illustrare i dettagli dell’avvio della differenziata “porta a porta”: come è possibile non vi fosse la presenza di alcun consigliere di minoranza? che non vi abbia partecipato – se non di striscio – alcun rappresentante dell’autoproclamatosi unico partito organizzato di Gioiosa Ionica, ovvero il PD? che nessun esponente del neonato raggruppamento “Idee in movimento” abbia trovato tempo e disponibilità per seguirne i lavori? che nessun Mazzaferro, Loccisano, Modafferi, Scali, Tarzia, Saverino, Greco, ecc. – attualmente in grande fibrillazione per provare a contendere a Fuda la vittoria delle prossime elezioni comunali – abbia ritenuto utile ascoltare quanto si sarebbe indicato nell’incontro?
Questa assenza, mi auguro voluta e ricercata (la semplice pigrizia personale mi apparirebbe come una sorta di aggravante, al netto di eventuali e inderogabili impegni di natura personale), è un atto assolutamente illogico. Lo è sul piano della prospettiva politica più generale, del benessere democratico della nostra comunità: chi si candida a governare Gioiosa Ionica non può non partecipare attivamente ad alcuni appuntamenti di carattere eminentemente politico. Lo è – illogico – anche dal punto di vista degli interessi egoistico-elettorali, di parte: se io seguo quanto viene spiegato dall’Amministrazione Comunale, sono in grado di meglio documentarmi sul suo operato, di contestarne eventuali passaggi critici o addirittura pratiche di propaganda spicciola, di rappresentare gli interessi dei cittadini e degli elettori che all’assemblea non possono presenziare.
Personalmente, sono sempre più persuaso di una verità: l’impegno e la militanza politica richiedono una grande generosità, una determinazione di comportamento assai faticata ma che sola può garantire autentica credibilità. Non sono ammessi furbi opportunismi o indolenze interessate. Io, opposizione in consiglio e in paese, non delego tutto agli altri, non lascio fare a chi è provvisoriamente maggioranza; al contrario, avverto il bisogno di approfondire e moltiplicare i miei sforzi, perchè voglio rappresentare l’alternativa, voglio incarnare simbolicamente e materialmente la soluzione nuova per la mia comunità. Quindi: partecipo agli incontri pubblici, intervengo sulle questioni aperte, disquisisco sulle mie scelte e su quelle degli altri, contesto nel merito ciò che ritengo sbagliato, introduco nel gioco democratico pezzi di società e di interessi popolari eventualmente non rappresentati.
In fondo, il richiamo di fondo è di una semplicità disarmante. Chi vuole bene a Gioiosa Ionica, le vuole bene sempre: si candidi o meno, vinca o perda le elezioni, sia maggioranza o minoranza.