Calabria e gioco d’azzardo, numeri in chiaroscuro

Calabria e gioco d’azzardo, numeri in chiaroscuro

Escono a gettito continuo nuove statistiche sul gioco d’azzardo in Italia. Il fenomeno è sotto i riflettori per via soprattutto degli effetti negativi del GAP, acronimo che sta per gioco d’azzardo patologico ovvero quando da “innocente evasione”, le slot machine, le videolottery e qualsiasi altra forma di quello che gli anglosassoni definiscono “gambling”, si trasforma in una vera e propria malattia.
I riflettori sono puntati anche perché l’industria del gioco d’azzardo nel nostro paese è in costante aumento. Pensate che negli ultimi tre anni il fatturato è andato costantemente crescendo in tutte le regioni d’Italia con l’unica eccezione rappresentata dal virtuoso Piemonte.
E la nostra Calabria? Secondo alcuni dati sarebbe la regione dove, in base alla popolazione, ci sono più persone colpite dalla ludopatia ma ci sono anche altre statistiche in evidente contraddizione fra loro. Stando infatti all’eccellente lavoro svolto dai quotidiani locali Gedi e del Visual Lab in collaborazione con Dataninja, la nostra regione è in terz’ultima posizione per la spesa pro capite nel gioco d’azzardo durante il 2016, davanti solo a Calabria e Sicilia. In testa ci sono Lombardia, Emilia Romagna ed un po’ a sorpresa in terza posizione l’Abruzzo.


Nel confronto fra le città più popolose della nostra regione, a Catanzaro ogni abitante nel 2016 ha speso 625 euro in slot e video lottery, Reggio Calabria 668, Lamezia Terme 728, Cosenza 690. Soltanto Crotone si discosta dai dati piuttosto ravvicinati appena esposti con una spesa pro capite molto più bassa, pari a 393 euro per ogni abitante.
Andando poi però ad analizzare il numero di apparecchi dedicati al gioco d’azzardo per ogni mille abitanti, la classifica si ribalta con la Calabria sul gradino più basso del podio dietro soltanto a Molise ed Abruzzo e superando di poco la Sardegna.
Questi dati vanno così ad inserirsi nel dibattito fra chi propone addirittura di tornare al proibizionismo nei confronti di scommesse e gioco d’azzardo e chi invece propugna la totale liberalizzazione. Tra queste due posizioni più radicali, negli ultimi tempi in Italia sta emergendo una terza via che punta a limitare in modo più restrittivo orari di apertura e collocazioni dei punti scommesse rispetto a vari luoghi sensibili. Tali ordinanze stanno avvenendo in modo trasversale sia nelle grandi metropoli così come in tante piccole città. Non da ultima è arrivata Cinquefrondi con una ordinanza all’inizio di questo anno per limitare gli orari di apertura e di funzionamento delle macchine.
Chi critica questo tipo di iniziative da parte delle amministrazioni comunali mette sempre in rilievo come tanto poi su Internet si possa giocare ovunque noi siamo, a qualsiasi ora del giorno e della notte, semplicemente avendo un PC, un tablet o uno smartphone collegati alla rete. In realtà però anche i portali dell’azzardo, ovviamente i siti legali con tanto di certificazione del logo della AAMS, propongono varie forme di autolimitazione come una decisione preliminare sul numero e sulla cifra da poter mettere in deposito per giocare con la possibilità anche di autoescludersi dal sito quando si arrivano a superare determinati limiti.

CATEGORIES
TAGS
Share This