CRISTIANO FANTÒ IN “DE ANDRÉ SECONDO ME” – ANIME SALVE – PRINCESA

CRISTIANO FANTÒ IN “DE ANDRÉ SECONDO ME” – ANIME SALVE – PRINCESA

Anime Salve è l’ultimo album di Fabrizio De André, scritto con Ivano Fossati.

Il nome trae il suo significato dall’etimologia delle due parole: Anime Salve significa spiriti solitari.

il disco ha come tema fondamentale quello della solitudine, intesa in tutte le sue forme e sfaccettature.

Vi è una solitudine che deriva da emarginazione, dalla discriminazione nei confronti delle minoranze che agiscono, per svariate ragioni, secondo comportamenti diversi da quelli della maggioranza degli esseri umani.

Esiste però anche un altro tipo di solitudine, che spesso e volentieri si rivela essere una gradevole compagna di viaggio, vale a dire quella di cui ciascuno di noi ha bisogno per trovare o ritrovare se stesso, per cercare risposte o porsi nuovi interrogativi, per inseguire la propria idea di libertà superando i condizionamenti imposti dalle convenzioni sociali.

Anime Salve racchiude tutto questo, restituendo dignità agli ultimi ed agli emarginati ma rivalutando, al contempo, il ruolo della solitudine.

In questa occasione focalizzerò la mia attenzione su Prinçesa, canzone contenuta appunto nel suddetto album.

Il brano in questione trae spunto dall’omonimo romanzo autobiografico di Fernanda Farias de Albuquerque, in cui viene narrata la storia della transessuale brasiliana Fernandinho, nata maschio, che abbandona l’infanzia contadina per realizzare il proprio desiderio di diventare donna.

De André sottolinea in modo estremamente efficace le difficoltà che Fernandinho ha dovuto affrontare durante il percorso che lo ha portato a diventare Prinçesa, e si sofferma sullo stato di solitudine in cui versa chi nasce in un corpo che non rispecchia la propria natura e i propri sentimenti, dovendo fronteggiare una slavina di tormenti, di paure, di sensi di colpa, di dolori.

Queste persone, difendendo il proprio diritto ad assomigliare a se stesse, difendono soprattutto la propria libertà.

In certi casi, la solitudine diventa quindi uno straordinario atto di coraggio, un passo doloroso ma necessario per riuscire ad ergersi e a realizzarsi.

Gli spiriti solitari, il più delle volte, sono quelli che riescono ad avvicinarsi maggiormente alla libertà.

                Prinçesa.

Sonola pecora, sono la vacca

Che agli animali si vuol giocare

Sono una femmina camicia aperta

Piccole tette da succhiare

Sotto le ciglia di questi alberi

Nel chiaroscuro dove son nato

Che l’orizzonte prima del cielo

Era lo sguardo di mia madre

“Che Fernandinho è come una figlia

Mi porta a letto caffè e tapioca

E a ricordargli che è nato maschio

Sarà l’istinto, sarà la vita”

E io davanti allo specchio grande

Mi paro gli occhi con le dita

A immaginarmi tra le gambe una minuscola fica

Nel dormiveglia della corriera

Lascio l’infanzia contadina

Corro all’incanto dei desideri

Vado a correggere la fortuna

Nella cucina della pensione

Mescolo i sogni con gli ormoni

Ad albeggiare sarà magia

Saranno seni miracolosi

Perché Fernanda è proprio una figlia

Come una figlia vuol far l’amore

Ma Fernandinho resiste e vomita

E si contorce dal dolore

E allora il bisturi per seni e fianchi

In una vertigine di anestesia

Finché il mio corpo mi rassomigli

Sul lungomare di Bahia

Sorriso tenero di verdefoglia

Dai suoi capelli sfilo le dita

Quando le macchine puntano i fari

Sul palcoscenico della mia vita

Dove tra ingorghi di desideri

Alle mie natiche un maschio s’appende

Nella mia carne, tra le mie labbra

Un uomo scivola, l’altro si arrende

“Che Fernandinho mi è morto in grembo

Fernanda è una bambola di seta

Sono le braci di un’unica stella

Che squilla di luce di nome Prinçesa

A un avvocato di Milano

Ora Prinçesa regala il cuore

E un passeggiare recidivo

Nella penombra di un balcone

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