Quante volte, negli ultimi anni, abbiamo pronunciato e sentito la frase “bisogna rendere il mondo un posto migliore”. In molti lo pensano davvero, altri molto ipocritamente lo dicono ma effettivamente non lo pensano e non lo vogliono, altri ancora lo hanno sempre affermato, ci credono e si sono rimboccati le maniche. Mimmo Lucano detto ‘il Curdo’, affettuosamente soprannominato dopo il primo sbarco di profughi del Kurdistan nel lontano 1998 sulla spiaggia di Riace, rientra tra questi, cioè tra coloro che alle parole hanno fatto seguire i fatti. Proprio col suo operato, ci sta indicando la via per rendere questo mondo davvero migliore. Ha cominciato dal suo paese, prima come operatore sociale e presidente di ‘Città Futura’, in seguito in qualità di sindaco, trasformandolo con progetti d’accoglienza intelligente e coraggiosa, da borgo fantasma in un villaggio globale. Si è ripopolato, così, il piccolo paese dell’entroterra jonico dove uomini e donne di tutte le nazionalità vivono dignitosamente integrandosi e scambiandosi culture, tradizioni, usi e costumi in un arricchimento reciproco con gli abitanti del luogo. Il modello di società che ha inventato il sindaco di Riace è diventato uno dei più studiati e apprezzati nel mondo. E’ un prototipo plasmato sull’interazione tra popoli e culture diversi, traducendo le parole in fatti concreti. Mimmo è riuscito a trasformare un sogno in realtà e indicare una traccia in un mondo fatto di scarsezza politica e insensibilità istituzionale. Ha fatto praticamente e materialmente, costruendo anche dei veri laboratori (ceramica, vetro legno, tessitura) tutto ciò che altri non hanno avuto la capacità, la voglia e il coraggio di fare, forse pagando un prezzo alto, gli affetti familiari. Ha imboccato questo percorso quando ancora di accoglienza non ne parlava nessuno e quando i sostegni economici non erano previsti in nessun programma statale.
Lo ha fatto perché l’uguaglianza, la solidarietà, e la difesa verso gli ultimi della terra sono scritti nel suo codice genetico, perché lui è autenticamente di sinistra, perché è uno che crede davvero nella giustizia e nella parità. Ora Mimmo è indagato dalla magistratura per truffa e concussione, probabilmente avrà solo oltrepassato i confini della burocrazia lenta e caotica, ma chi lo conosce sa che non si è arricchito e non ha rubato, perché non possiede nulla e perché non tradirebbe mai i suoi ideali. Alla fine rimarrà solo un polverone, che risucchierà inevitabilmente la disonestà politica e la malvagità sociale che sta alla base di tutto ciò. Mimmo Lucano non ha avuto bisogno di un C.A.R.A. mangiasoldi per fare accoglienza, ma ha trasformato tutto il suo paese in un laboratorio di ricezione, solidarietà e integrazione con i migranti. Venerdì 13 scorso, un migliaio di persone ci siamo ritrovati dopo un passaparola nell’anfiteatro antistante il municipio per esprimergli ancora una volta solidarietà e fiducia nella sua onestà e integrità convinti che quanto prima saranno diradate tutte le ombre e rimarranno solo le luci, ma soprattutto eravamo lì per difendere un esempio di convivenza sociale che con Mimmo ha lanciato una nuova concezione per interpretare la Politica, ma soprattutto ha fatto da precursore alle teorie della cosiddetta ‘accoglienza diffusa’ che rimane il solo antidoto al busnees che ormai si è innescato sulla pelle dei migranti. E forse, è proprio questa la sua unica e grande colpa.