Editoriale: Sconcerto e indignazione per le accuse a Domenico Lucano. E tantissima solidarietà
di Giovanni Maiolo
Domenico Lucano è uomo dai modi anarchici, allergico alle procedure burocratiche (vera piaga di questo Paese).
La sua radicale ostilità nei confronti delle formalità che ingessano l’azione politica (e la vita di tutti i cittadini italiani) gli è già costata tanto ed ora anche un avviso di garanzia.
Per lui le accuse parlano addirittura di truffa aggravata. Eppure chi conosce Domenico Lucano (come il sottoscritto) è pronto a giurare sulla sua onestà. Nel corso degli anni, grazie ai progetti di accoglienza, da Riace sono passati tantissimi soldi. Ma Domenico Lucano di certo non si è arricchito. Ha costruito un modello di accoglienza apprezzato in tutto il mondo, ha accolto rifugiati, ha fatto rinascere un paese intero, ha dato lavoro alla sua gente.
Queste sono le colpe di Domenico Lucano.
Ed infatti non mancano gli attestati di solidarietà che in queste ore lo sommergono. Non possiamo dare spazio a tutti ma ne abbiamo selezionato alcuni molto significativi.
Queste le parole della giornalista Roberta Ferruti:
“I fatti: dopo un anno di blocco di finanziamenti e arresto totale degli invii di immigrati, Riace, paesino della Locride con 1500 abitanti (di cui 600 immigrati e di questi 500 regolari e i restanti “semplicemente” anime disperate capitate lì) ha ricevuto 3 ispezioni della Prefettura e del Ministero a cui ha risposto con fermezza e professionalità a tutte le osservazioni dei burocrati di turno. Finalmente, ad inizio ottobre, dopo un’estenuante e dura trattativa, giunge la notizia inaspettata di un retro front del Ministero, con totale riconoscimento del modello Riace, basato sui BONUS e le Borse lavoro per gli immigrati. Nella sorpresa generale e ancora increduli, aspettiamo qualche giorno prima di festeggiare. Il tempo di riprenderci… ieri il comunicato stampa e oggi gli avvisi di garanzia. Avvisi di garanzia basati sul nulla, altrimenti come ai tempi di Ottaviano Del Turco, Lucano sarebbe stato arrestato. E Ottaviano Del Turco alla fine venne scagionato, dopo essere passato però dalle patrie galere. Il tempismo perfetto dei fatti fa riflettere… non potendolo fermare con la burocrazia, ora stanno cercando di bloccare tutto, screditando Domenico Lucano l’ideatore di questo modello. Chi non conosce Riace e il suo sindaco forse faticherà a capire ma credetemi: non ho mai visto nè conosciuto un uomo così lontano dalle logiche economiche e dai giochi/giochetti di palazzo. Vive in semplicità, refrattario ad ogni forma di possesso e personalismi. Ha dedicato 20 anni della sua vita a realizzare questa meravigliosa realtà pagando e rischiando di persona più e più volte”.
O.H. scrive su facebook: “Se la tua fosse stata un’ accoglienza come quella di tanti altri, fregando soldi allo stato, non saremmo mai arrivato a questo, stanne certo Domenico Lucano. Se tua moglie avesse lavorato allo sprar, la finanza non ci avrebbe visto niente di male, se tuo figlio avesse lavorato al centro minori, la finanza non ci avrebbe visto niente di male, se a fine progetto sprar avessi sgomberato le centinaia di rifugiati che sono rimasti a Riace, alla finanza sarebbero tornato i conti …. Solo e solo se avessi “accolto”i soldi e non gli uomini…allora si che saresti stato il modello ” governativo” …Gli uomini non sono numeri, lo dice la storia! I buoni esempi non moriranno mai! Hasta siempre amico, compagno, eroe dei nostri tempi”.
Scrive Gioacchino Criaco su Zoomsud: “Andrà tutto bene Mimmo Lucano, sull’esperienza di Riace ci si può mettere una croce sopra. Senza ipocrisie, lo sappiamo tutti bene, che tempo che i meccanismi giudiziari concludano i loro intricati corsi, la polvere avrà coperto ogni fasto. È costantemente così, lo è sempre stato per i migliori. Le frasi di rito, sulla fiducia nei giudici, sono condoglianze, i fiori al posto delle opere di bene richieste. Il paradosso è che i giudici non ne hanno colpa, di fronte alla prospettazione di reati, rilevati da una commissione prefettizia, non possono fare altro che una verifica giudiziaria. E non è una conclusione vigliacca, il sistema giudiziario di colpe ne ha tante, come è inevitabile in una nazione infetta, ma, come si dice di solito per misericordia, stavolta l’indagine era davvero un atto dovuto dopo le conclusioni prefettizie. E se fossimo in un paese illuminato non ci sarebbe un dramma, davvero ci sarebbe una fiduciosa attesa”.
«Io sono un comunista nel senso ideale più ampio. Se un cittadino viene a Riace per me ha gli stessi miei diritti. Per questo oggi Riace non è più solo un comune calabrese. È un comune del mondo». Questo dice Domenico Lucano. E di fronte all’avviso di garanzia dice anche all’Ansa: “«Sono sconcertato e senza parole, ma per certi versi mi viene quasi da ridere perché non ho nessun bene nascosto. Non possiedo niente e non ho conti segreti. Allora ben vengano i controlli su di me e che siano il più approfonditi possibili»”.
Sappiamo che è tutto vero. E attendiamo davvero che la figura di Domenico Lucano, sindaco anarchico, venga scagionata da ogni accusa.