CRISTIANO FANTÒ IN “DE ANDRÉ, SECONDO ME” – BOCCA DI ROSA
Quasi sempre, quando si parla di Fabrizio De André, viene in mente Bocca di rosa.
Lo stesso cantautore ha infatti più volte dichiarato di essere particolarmente legato a questa canzone.
L’appellativo “Bocca di rosa” è sensuale ma al contempo dolce, provocante e misterioso ma anche tenero e rassicurante.
Nell’immaginario collettivo Bocca di rosa è una prostituta.
Secondo un’altra interpretazione, che mi convince abbastanza, Bocca di rosa è invece semplicemente una ragazza che agisce in modo passionale e disinibito, sconvolgendo l’ordinaria monotonia in cui versa l’esistenza degli abitanti del paesino di Sant’Ilario.
Il suo comportamento contrasta con il modo di pensare, gretto ed impregnato di tabù e pregiudizi, delle donne del luogo.
È a causa delle maldicenze delle comari, quindi, che Bocca di rosa finisce per essere considerata una prostituta: viene marchiata, etichettata.
D’altronde, le menti poco aperte confondono facilmente morale e moralismo, sentendosi in diritto ed in dovere di diventare giudici e giustizieri, detentrici di verità assolute e valide per tutti.
Soprattutto nei piccoli paesi, dove i sogni individuali devono fare i conti con le poche opportunità reali, quando si è stanchi di chiedere risposte alla vita, giudicare e demonizzare le azioni altrui può rivelarsi un utile passatempo: l’invettiva inerte è un’arte piuttosto semplice da praticare.
La canzone in questione offre spunti di riflessione estremamente interessanti, in quanto mette in evidenza come il comportamento anticonformista e non allineato agli stereotipi imposti dal pensiero dominante, fatichi ad essere compreso ed accettato dalla massa.
È cosa ardua vivere mantenendo accesa la fiamma delle proprie passioni, poiché questa spesso viene spenta dalla prudenza collettiva, dalle verità che gli altri pretendono di scegliere per noi, dal timore di non essere compresi e, per questo, di restare soli ed emarginati.
Tuttavia, se ci si sofferma in modo più approfondito sul testo della canzone, è possibile cogliere un messaggio straordinariamente potente secondo il quale, per modificare lo status quo, per risvegliare le menti dal torpore quotidiano, è necessario osare, a costo di risultare scomodi e poco graditi.
Le comari hanno fatto allontanare Bocca di rosa dal paesino di Sant’Ilario, i carabinieri in alta uniforme l’hanno accompagnata al treno, ma lei è comunque riuscita a portare “la primavera” in una comunità in cui regnava l’inverno della ragione, dei sentimenti, del desiderio.
La protagonista esce di scena trionfalmente, omaggiata da una folla di uomini grati e dispiaciuti nonché dal parroco del luogo, che la vuole accanto in processione.
Bocca di rosa se ne va, ma sono le donne del paese a perdere, sconfitte dai loro pregiudizi, dai loro tabù, dalla loro mediocrità.
Non può esserci primavera per chi si arrende a vivere una vita senza emozioni e senza slanci, né per chi è incapace di guardare al mondo con autonomia e senso critico cogliendone sfumature, contraddizioni, meraviglie.
L’inverno, quello della ragione, è il più difficile da superare.
Bocca di rosa.
La chiamavano Bocca di rosa
Metteva l’amore, metteva l’amore
La chiamavano Bocca di rosa
Metteva l’amore sopra ogni cosa
Appena scesa alla stazione
Del paesino di Sant’Ilario
Tutti s’accorserò con uno sguardo
Che non si trattava di un missionario
C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l’uno né l’altro
Lei lo faceva per passione
Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concupito
Hai il cuore libero oppure ha moglie
E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di rosa si tirò addosso
L’ira funesta delle cagnette
A cui aveva sottratto l’osso
Ma le comari di un paesino
Non brillano certo in iniziativa
Le contromisure fino a quel punto
Si limitavano all’invettiva
Si sa che la gente dà buoni consigli
Sentendosi come Gesù nel tempio
Si sa che la gente dà buoni consigli
Se non può più dare il cattivo esempio
Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto
E rivolgendosi alle cornute
Le apostrofò con parole argute
“Il furto d’amore sarà punito”
Disse, “dall’ordine costituito”
E quelle andarono dal commissario
E dissero senza parafrasare
“Quella schifosa ha già troppi clienti
Più di un consorzio alimentare”
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi, con i pennacchi
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi e con le armi
Il cuore tenero non è una dote
Di cui sian colmi i carabinieri
Ma quella volta a prendere il treno
L’accompagnarono malvolentieri
Alla stazione c’erano tutti
Dal commissario al sagrestano
Alla stazione c’erano tutti
Con gli occhi rossi e il cappello in mano
A salutare chi per un poco
Senza pretese, senza pretese
A salutare chi per un poco
Portò l’amore nel paese
C’era un cartello giallo
Con una scritta nera
Diceva “Addio Bocca di rosa
Con te se ne parte la primavera”
Ma una notizia un po’ originale
Non ha bisogno di alcun giornale
Come una freccia dall’arco scocca
Vola veloce di bocca in bocca
E alla stazione successiva
Molta più gente di quando partiva
Chi manda un bacio, chi getta un fiore
Chi si prenota per due ore
Persino il parroco che non disprezza
Tra un miserere e un’estrema unzione
Il bene effimero della bellezza
lo vuole accanto in processione
E con la Vergine in prima fila
E Bocca di rosa poco lontano
Si porta a spasso per il paese
L’amore sacro e l’amor profano.
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