
Leda Canzio: Gioiosa nel cuore, il mondo intero nel futuro
LEDA CANZIO IN CONCERTO – Organizzazione Club UNESCO e Comune Gioiosa Ionica
“The Boston Tea Party Concert”: pianoforte e voce Leda Canzio, chitarra M° Salvatore Gullace; vi sarà anche la partecipazione straordinaria di Ermes Nizzardo (che canterà alcuni brani in coppia con Led), della pianista Ilenia Rottura e del M° Tonino Sgambelluri al clarinetto.
Sabato 2 settembre, alle ore 21,00 presso il Salone delle Cerimonie di Palazzo Amaduri a Gioiosa Jonica, Leda Canzio dopo un anno torna ad esibirsi a Gioiosa Jonica con un concerto completamente nuovo: “The Boston Tea Party Concert”.
La giovane cantante e strumentista gioiosana continua il suo percorso di formazione e di crescita artistica. Le sue qualità le hanno consentito di ottenere un prestigiosa borsa di studio a Boston, negli USA.
Leda è una ragazza di valore, dotata anche di grande umiltà e di uno speciale senso di appartenenza: “Le vicende musicali mi portano durante l’anno a vivere tra Milano e l’America – queste le sue parole – Ma io non dimentico mai il luogo dove sono nata. Sono emozionatissima e non vedo l’ora di esprimermi davanti alla mia gente per sottopormi al suo giudizio. Spero di riuscire a renderli felici e ad essere in grado di soddisfarli”.
“The Boston Tea Party Concert”: pianoforte e voce Leda Canzio, chitarra M° Salvatore Gullace; vi sarà anche la partecipazione straordinaria di Ermes Nizzardo (che canterà alcuni brani in coppia con Led), della pianista Ilenia Rottura e del M° Tonino Sgambelluri al clarinetto.
Le abbiamo fatto qualche domanda, per conoscerla meglio e per augurarle un ottimo prosieguo di carriera.
DOMANDA – Carissima Leda, potresti riassumere in poche righe – a beneficio anche dei nostri lettori – il significato del tuo percorso di studi a Boston, dove godi anche di una specifica borsa di studio presso il prestigiosissimo Berklee College of Music?
RISPOSTA – Carissimo Antonio, Boston per me è stata una rivelazione del mondo musicale che speravo di trovare, ma anche una rivelazione della mia interiorità. Forse, la lezione più grande che mi è stata impartita è: apertura totale a tutti gli stili musicali, sempre però nel rispetto della propria identità culturale. Per farti un esempio: forse la musica più particolare che ho avuto occasione di ascoltare, è stata quella del mondo indiano e dei Balcani.
D. – Quali sono i tuoi principali riferimenti musicali? Ovvero: che tipo di musica ascolti e cosa ti piacerebbe proporre come strettamente legato al tuo nome?
R. – Ascolto, fondamentalmente, ogni genere musicale, tranne l’heavy metal, che considero un po’ troppo “strong”. Per ora, sono molto più indirizzata verso una vena teatrale, il musical, il cantautorato, la musica a cappella, un mix di jazz, blues, r&b, e soul. Mi ispiro a Barbra Streisand, Simon&Garfunkel, Stevie Wonder, Janis Joplin, Joe Cocker, Sting, Eva Cassidy (alla quale, prima o poi, vorrò dedicare un omaggio), John Mayer, Alanis Morissette, JoJo, Tori Amos, Rozzi Crane, Annie Lennox, Sierra Boggess, Pentatonix, Muse, Paramore, Coldplay, My Chemical Romance (la lista è infinita.). E, per citare importanti figure della musica italiana: Fossati, Tenco, Battisti, Battiato, Mia Martini, Carmen Consoli. Anche la musica classica gioca un ruolo fondamentale nella mia vita, nei miei studi, e, possibilmente, nella mia attività di musicista a tutto tondo: riferendomi alla mia anima di strumentista, mi ritengo, principalmente, una pianista classica, nonostante io abbia recentemente iniziato uno studio del jazz. Fra le mie ambizioni dichiarate, poi, mi piacerebbe intraprendere un percorso di scrittura e composizione, con testi e musiche ben amalgamati tra loro, che mi permettano di sviluppare un’autentica identità vocale e di genere.
D. – Domanda secca, che è anche una curiosità personale legata alla tua identità bilingue: meglio cantare in lingua inglese o in italiano? Più musicale la prima o la seconda?
R. – Domanda complessa. Mi perdonerai, ma la mia risposta non potrà in alcun modo rivelarsi diplomatica e/o secca. Ogni canzone ha un’emozione, e una musicalità unica. Ciò che io non farei mai è un misto tra italiano e inglese nella stessa canzone, o una traduzione “maccheronica” (e, inevitabilmente, di cattivo gusto) dall’inglese all’italiano o viceversa. Considerandomi un prodotto bilingue e biculturale, mi troverò e mi troverete sempre tra i due mondi.

Leda Canzio