Con due successive interpellanze la minoranza consiliare del Comune di Siderno chiede conto dell’adozione di due ordinanze sindacali (la n. 37 del 1 agosto e la n. 38 del giorno 8 agosto 2017) tese a regolamentare le immissioni rumorose in orario notturno promananti dalle attività turistico-ricettive operanti nel territorio comunale. In disparte la dubbia articolazione grammaticale e sintattica delle interpellanze (il cui testo è reperibile sui siti web della Locride), resta misterioso il motivo di tali severe rampogne; a meno che non si acceda a idee di strumentalità. E noi, che non siamo malpensanti, questa via non la percorriamo. Proviamo allora, fingendo che i firmatari per davvero non abbiano capito, a dare una risposta puntuale. L’interpellanza del 9 agosto 2017.
1.Le motivazioni che hanno condotto alla ordinanza n. 37 sono esplicitate in parte motiva e, alla bisogna, si riassumono nel fatto, quasi banale, che il riposo notturno e la salute pubblica non sono beni recessivi in rapporto allo sviluppo del turismo locale. Beninteso: le due esigenze possono bene essere coniugate con un po’ di logica e un po’ di buon senso; ma queste, si sa, sono doti spontanee e, in assenza, il Sindaco ha l’obbligo di provvedere. Non è poi chiaro quali “eventuali danni economici” possano derivare dall’applicazione di principi indiscutibili, quale quello teso a garantire che i cittadini, di notte, possano dormire. Sarebbe al più un danno giusto, di cui lamentare l’occorrenza varrebbe a poco. (Se i danni sono poi, come declina l’interpellanza, solo eventuali non sapremmo di cosa discutere).
2.Il Sindaco non ritiene di disattendere alcunché del proprio programma. Se invece si intendeva dire che con il provvedimento n. 38 si disattende di fatto l’impegno programmatico al sostegno del turismo, l’osservazione è vacua: in nessuna parte del programma potrà leggersi che la vocazione turistica della cittadina è valore predominante sul riposo dei cittadini e sulla loro salute.
L’interpellanza del 10 agosto 2017.
1.Richiesta ridondante rispetto alla prima dell’interpellanza del 9 agosto, con la variante che qui il danno è passato dalla categoria della eventualità a quella della rilevanza (miracoli della notte di San Lorenzo). E anzi a ben vedere l’opposizione corre troppo e chi corre troppo, a volte, non si ferma in tempo. Si lamenta così che l’ordinanza sia adottata peraltro in ritardo rispetto l’apertura [sic, n.d.r.] della stagione estiva. Ora, cari Consiglieri, delle due l’una: o l’ordinanza è sbagliata nei contenuti o è tardiva (vuol dire che andava adottata prima). Non pare vi sia logica alternativa. Fate sapere l’evoluzione del ragionamento, grazie.
2.Si lamenta poi la mancanza di protesta scritta a sostegno dell’ordinanza ad personam n. 38. Grave forma di burocratizzazione dei pensieri. Quella che porta alla disfatta amministrativa. Evidentemente le parole dei cittadini valgono per il Sindaco più di quanto non valgano per i consiglieri firmatari. E la parola dei gestori dei locali più di quanto non valga per essi stessi, evidentemente. Domandate e vi sarà risposto.
3.Questo terzo punto è l’apoteosi. Se il Sindaco avesse pensato di agire in spregio alle più elementari regole di buon senso non avrebbe agito. Che poi, si domanda, quali sono queste regole di buon senso? Forse quelle che traspaiono dall’ultimo esilarante inciso, secondo cui occorre onorare il superiore principio di accoglienza dei turisti e/o ospiti della nostra Città? Il principio di accoglienza va onorato e rispettato, ma definirlo vacuamente superiore senza specificare a cosa significa è, al solito, mistificare e strumentalizzare. Dicano i proficui Consiglieri se tale principio, come usava nelle sperdute lande dell’Inghilterra medievale, prevale su tutto o se, appellandosi al buon senso richiamato solo a parole dalla interpellanza, esso non debba essere mitigato dal diritto al riposo ed alla quiete nelle ore notturne per tutti: ospiti e cittadini.
Niente. Delle interpellanze, in punto di logica, buon senso, argomento politico, buona amministrazione, non resta niente. Se non l’amara considerazione che si perdono occasioni su occasioni per confrontarsi sui temi e lavorare per la città, in favore di un alterco per se stesso e di una sterile polemica qualunquista.
Come quella che ha generato, sui social, scherno e dileggio perché qualcuno, ben attrezzato culturalmente, ha osato ricordare che la regolamentazione adottata in centri turistici di prim’ordine è ben più stringente che quella adottata dal Comune di Siderno. Ma si sa: Siderno non è Rimini. Nemmeno quanto a livello di dibattito politico.