Il Parco Archeologico del Naniglio, quando finalmente sarà, rappresenterà il tesoro più importante e più lucente di Gioiosa Ionica. Renderlo pienamente fruibile ed esaltarne la bellezza che gli è propria, farlo finalmente con fatti e numeri concreti, sarà la più grande opera pubblica che il nostro territorio può auspicare. Questi obiettivi, purtroppo, sono ancora lontani dall’essere raggiunti: pastoie burocratiche di vario tipo, mancanza di responsabilità certe, incapacità di spendere i finanziamenti già in essere, troppe cose congiurano ancora oggi contro il Naniglio.
Tuttavìa, almeno un risultato immediato è giusto pretenderlo e perseguirlo: quello di preservare gli scavi già effettuati, a partire dagli straordinari mosaici coperti appena da una tettoia di dubbia efficacia e di ancor più dubbio gusto estetico.
L’intervento in corso proprio in questi giorni, e che proseguirà anche nella prossima settimana, diventa un fatto di assoluta importanza, quasi fondamentale: una splendida formazione di giovani professionisti dei beni culturali, provenienti da tutt’Italia, all’opera per ripulire e proteggere i mosaici del Naniglio. Sotto la guida attenta del responsabile Giuseppe Mantella e con il supporto anche del Comune di Gioiosa Ionica (rappresentato, in modo specifico, dall’Arch. Angela Alfieri), ben 18 professionisti – fra restauratori, architetti conservatori e storici dell’arte – stanno lavorando tenacemente, supplendo in modo plateale alle decennali mancanze e deficienze delle istituzioni preposte.
“Arte e fede”, questo il nome del progetto voluto dalla Diocesi di Locri-Gerace, con l’obiettivo di tutelare i beni storico-artistico-archiettonici del nostro territorio: la società civile che si organizza, che utilizza competenze e voglia di fare, ben consapevole che i beni culturali sono ricchezza – materiale non meno che immateriale – da promuovere. Un applauso sincero a loro e al progetto che portano avanti, con poche parole inutili e tanti fatti tangibili.
Dopo la ripulitura dei mosaici, il Comune di Gioiosa Ionica – che non ha competenze e risorse specifiche in materia – procederà con un intervento di manutenzione ordinaria del sito, in modo tale da eliminare erbacce e sterpaglie che nulla c’entrano con la bellezza quasi romantica del Naniglio. E con la volontà di rendere accessibile l’area archeologica durante le settimane di Agosto, vetrina preziosissima della Gioiosa più bella e più civile.
In ogni caso, rimane in campo la necessità di una lunga e ostinata riflessione pubblica: come si può permettere un tale sperpero di potenzialità culturali e turistiche? chi decide cosa in merito alla valorizzazione e alla fruibilità del Naniglio? può il Comune di Gioiosa Ionica da solo intervenire laddove altri non intervengono per come sarebbe loro dovere?