Di viabilità e parcheggi, di vigili urbani e di educazione civica
Ha destato più di una discussione il nostro articolo (leggi QUI) sull’ingorgo stradale creatosi qualche giorno fa a Gioiosa Ionica in Viale delle Rimembranze (all’altezza della Chiesa dell’Annunziata) e puntualmente segnalatoci (con tanto di documentazione fotografica) da un nostro lettore.
Fra contestazioni reciproche e suggerimenti di responsabili veri, sono emerse richieste di tipo plurale, talvolta anche contraddittorie fra di loro: segnale tangibile di una questione che è comunque reale.
Gioiosa Ionica ha una conformazione viaria ed urbanistica assolutamente ottimale: strade per lo più ampie e pianeggianti, facilità di parcheggio in gran parte dell’abitato, centro storico assai meno “ristretto” di tanti altri paesi. Eppure, talvolta, anche contro la logica, sembra che a Gioiosa esista una grande e reiterata difficoltà per la circolazione stradale.
Le difficoltà ci sono, soprattutto in alcuni punti particolarmente trafficati e/o in prossimità di luoghi assai frequentati (pensiamo all’inizio della seconda parte del Viale delle Rimembranze, a Via Madama Lena, a Via Lazio, alla zona di San Rocco, al mercato domenicale, ecc.): situazioni anche vecchie, se vogliamo; situazioni che sarebbe relativamente agevole risolvere nel pieno rispetto della circolazione e del codice stradali.
Non ci interessa, in modo specifico, imputare singole responsabilità, quasi fossimo giudici di un autoproclamato (e, perciò stesso, illegittimo) tribunale giudicante: siamo tutti colpevoli e vittime – inutile girarci intorno – di una pigrizia radicata nelle abitudini automobilistiche di gran parte di noi cittadini, miscelata con una mancanza di rispetto verso la convivenza comune.
E’ vero: i vigili dovrebbero essere maggiormente presenti, controllare e sanzionare molto di più (attenzione, però: è comunque impossibile per loro essere contemporaneamente in più luoghi e in più contesti, come ad esempio nelle situazioni critiche delle scuole); i commercianti, che pure devono essere sostenuti nella loro intraprendenza, dovrebbero capire che non si limita affatto la loro attività se si fa rispettare un divieto di sosta o un senso unico (si deve competere sulla qualità di prodotto e di servizio, per attrarre sempre più clienti, non certamente restare legati ad una misera logica di economia “paesana”); fermate e percorsi degli autobus potrebbero essere delimitati in modo più efficace (evitando le frequenti difficoltà a muoversi e a invertire la marcia per automezzi che forniscono un fondamentale servizio pubblico); qualche senso unico in più potrebbe anche essere utilissimo “alla bisogna” (soprattutto, in certe giornate o in determinati periodi dell’anno); magari, gli eventi luttuosi sarebbe meglio non celebrarli in alcune chiese (come avvenuto l’altro giorno all’Annunziata, creando ulteriore disagio in termini di parcheggi e di libertà di manovra).
Su tutto, però, deve essere finalmente imposta una cultura delle regole e un’educazione civica di fondo, elementi decisivi in qualunque ipotesi di progresso di una comunità: anche in un problema relativamente semplice e minore come quello della circolazione stradale di un piccolo paese di 7 mila anime. Perché se vi è un divieto di sosta, è necessario che io parcheggi correttamente dove è possibile. Perché se un vigile urbano giunge a sanzionarmi legittimamente, è giusto che io accetti e non consideri la cosa alla stregua di un’offesa personale. Perché se le autorità comunali decidono di cambiare qualcosa nella segnaletica e nella viabilità, è doveroso confrontarsi senza gridare al complotto o alla vendetta ad personam.
Ecco, a noi piacerebbe che anche su queste cose si ragionasse in modo laico, con grande pragmatismo e con grande senso di appartenenza alla comunità, ognuno agendo per come gli compete. Un paese bello e arioso come Gioiosa merita di presentarsi nella sua veste migliore, quella con più ordine e con più decoro, non assistere in modo indolente al caos registrato l’altro giorno in una strada così importante come il Viale delle Rimembranze (ormai, principale porta d’accesso alla nostra comunità).
P.S.: poiché da qualcosa e da qualcuno bisogna pur iniziare, sarebbe opportuno che il Comune assumesse un’iniziativa assai semplice: laddove si creano situazioni di disagio dovute al mancato rispetto del codice stradale, si interviene con l’apparato repressivo della polizìa municipale o con l’adozione di soluzioni urbanistiche di tipo più strutturale. Spesso, per ottenere risultati immediati e indirizzare i comportamenti dei cittadini, servono prima misure di chiaro impatto visivo e con conseguenze concrete sulla quotidianità di ognuno di noi.