CAULONIA E I SINDACI TROMBATI DAL PD
La storia si ripete. Almeno a Caulonia.
Cinque anni fa il panorama politico cauloniese è stato stravolto nella notte che ha preceduto la presentazione delle liste. Sembrava scontata la ricandidatura del Sindaco uscente, Ilario Ammendolia. Eppure i veti posti da appartenenti alla stessa coalizione che amministrava hanno portato alla candidatura di Ninni Riccio. Nessun dibattito pubblico ne è seguito, tutto è successo a causa di dinamiche interne mai discusse alla luce del sole e note solo a chi frequenta da vicinissimo le riunioni delle elite locali.
Anche questa volta, nell’ultima notte utile, il panorama politico è stato stravolto. E anche stavolta le ragioni non sono palesi, sconosciute all’opinione pubblica. È nata una grande coalizione, fortissima elettoralmente ma della cui coesione ci permettiamo di dubitare. E a farne le spese è stato il sindaco uscente, Ninni Riccio, non ricandidato dal suo stesso partito.
Non abbiamo mai nascosto la nostra simpatia per l’uomo nè la nostra delusione per i risultati amministrativi ma è normale che un sindaco venga fatto fuori in questo modo, senza un dibattito, senza una spiegazione? Lo abbiamo trovato incomprensibile cinque anni fa, quando questa testata non esisteva, e lo troviamo incomprensibile oggi. Il Partito Democratico dovrebbe dare delle spiegazioni alla cittadinanza. È evidente che non ricandidare il sindaco uscente significa riconoscere il fallimento di quell’esperienza amministrativa. Sostituire la persona senza cambiare metodi, senza analizzare le cause delle disfunzioni, senza riconoscere nemmeno quanto di buono è stato realizzato è la soluzione individuata. Come se noi tutti fossimo dei deficienti pronti a seguire la linea che i Sommi Sapienti impongono. Che adesso prevede anche la santa alleanza coi rivali di qualche mese fa, per vincere “sicuro” e magari non avere troppa opposizione, se non quella interna che immaginiamo emergerà presto in caso di vittoria, perché troppi galli in un pollaio litigano.
Ammendolia e Riccio, uomini diversi e sindaci diversi ma accomunati dalla stessa appartenenza partitica, che prima li fa eleggere primi cittadini e poi li scarta senza ringraziare nè chiedere scusa.
Adesso, nei piani del Pd e Cagliuso permettendo, sarà Caterina Belcastro ad essere elevata alla carica di primo cittadino. Visti i precedenti, le auguriamo che la storia, stavolta, non si ripeta.
Giovanni Maiolo
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