Noi Italia ISTAT: Migliorano i dati di Lavoro e Istruzione in Calabria
E’ stata pubblicato ieri dall’ISTAT l’annuale rapporto Noi Italia, il rapporto con il quale l’Istat fotografa l’andamento dei principali fattori riguardanti economia e società del nostro Paese. Vi sono molti aspetti interessanti che vanno letti con attenzione e monitorati e che concernono sia il livello nazionale che la situazione della nostra regione. In particolare, due aspetti chiave interessano le aspettative lavorative dei calabresi e soprattutto la condizione dei giovani: il mercato del lavoro e l’istruzione.
Il dato relativo all’andamento della disoccupazione di lunga durata è uno dei dati che colpisce maggiormente, specie facendo un confronto tra livello nazionale e regionale. È interessante, infatti, che in Calabria la disoccupazione di lunga durata diminuisca nell’ultimo anno del 2,5% , arrivando al -3,0% considerando il dato femminile, mentre in Italia diminuisce dello 0,4%. Ma se da un lato il tasso di disoccupazione totale in Calabria aumenta di 0,3 punti percentuali, a fronte di un decremento nazionale dello 0,2%, il dato veramente positivo è che il tasso di disoccupazione giovanile, che in Italia diminuisce del 2,6% e nel mezzogiorno del 2,4%, in Calabria diminuisce del 6,4% , passando dal 65,1% del 2015 al 58,7% del 2016. È un dato incoraggiante, dato che la Calabria era l’unica regione italiana a superare il 60% nel 2015 e nel 2016 nessuna regione registra una variazione percentuale migliore di quella della Calabria. A fianco a questo dato, va sottolineato come anche il valore della mancata partecipazione, ovvero di chi, sfiduciato neanche prova a trovare un lavoro, sia in diminuzione sia a livello nazionale che in Calabria, dove ancora si registra la percentuale maggiore.
Continuando ad analizzare la situazione dei giovani, osserviamo il dato di coloro i quali abbandonano prematuramente la scuola. L’Istat ci ricorda che la Strategia Europa 2020 fissa alcuni obiettivi sui livelli di istruzione della popolazione, tra cui vi è la quota di giovani che abbandona precocemente gli studi, che si sarebbe dovuta fissare al di sotto del 16% nel 2020. Così già è stato per il dato nazionale, sceso al 13,8% e così è stato anche per la Calabria dove la diminuzione dell’indice di abbandono dello 0,4% ha modificato il valore del 16,1% di abbandoni del 2015 al 15,7% del 2016. Il dato diventa ancora più interessante se consideriamo che 10 anni prima, nel 2006, erano il 19,6% i giovani che abbandonavano la scuola. Un altro dato positivo è quello dei giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET, che erano drasticamente aumentati negli ultimi anni e che nel 2016 diminuiscono dell’1,3% in Italia e dell’1,7% in Calabria, dove si registra però ancora oggi la quota maggiore del Paese.
È fuor di dubbio che i segnali di miglioramento rimangono ancora lievi, tuttavia possono contribuire a dare fiducia ai tanti giovani e meno giovani che rimangono tra le fila dei NEET o degli inattivi. È ancora tanto il lavoro da fare, e sicuramente hanno ancora effetti congiunturali, e quindi non strutturali, i risultati di quanto messo in campo negli ultimi anni dalla Giunta regionale, quali i contratti generati dal bonus occupazionale per i giovani e per i disoccupati di lunga durata, o dalle misure connesse al programma garanzia giovani, come le assunzioni del programma Fixo Yei o i contratti di apprendistato. Di certo, però, è continuando a lavorare lungo la strada della formazione, dell’occupazione e del lavoro, anche del lavoro di cittadinanza così caro a Matteo Renzi, che si potrà incidere finalmente sui dati della povertà e della condizione economica delle famiglie che in Calabria rimangono ancora allarmanti. In questa direzione gli investimenti interni alla programmazione comunitaria programmati dal Governo regionale del Presidente Mario Oliverio, permetteranno alla Calabria di raggiungere risultati sempre più ottimali.
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