C’è un nuovo pentito: è il boss Nicola Femia. Tremano politici ed imprenditori

C’è un nuovo pentito: è il boss Nicola Femia. Tremano politici ed imprenditori

Fonte: http://www.zoom24.it/2017/04/22/ndrangheta-pentito-boss-nicola-femia-47588/
Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro ha depositato i primi verbali del neo collaboratore di giustizia. Si aprono nuovi scenari investigativi

C’è un nuovo pentito nelle ‘ndrangheta calabrese ed è un pezzo grosso, uno in grado di far tremare mezza Italia per i segreti che potrebbe svelare e per i rapporti che ha avuto nel corso degli anni con i “colletti bianchi”. Si tratta di Nicola Femia, un boss vero e proprio. Il suo pentimento apre nuovi scenari ai magistrati antimafia. Femia non è un pentito qualsiasi, ma un esponente di spicco della ‘ndrangheta imprenditoriale che negli anni è riuscito a tessere rapporti di ogni tipo.
Omissis. La notizia, rimasta riservata per diversi mesi, è venuta fuori durante un ieri nel corso di un processo. Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto ha infatti consegnato i primi verbali con le dichiarazioni fornite dal neo collaboratore di giustizia che di pagine in questa settimane ne ha riempite a centinaia. Per il momento è stata desecretata solo la parte relativa all’inchiesta sul narcotraffico tra la Calabria e l’Albania oggetto del processo Anje che si sta celebrando a Catanzaro e che è risalito all’improvviso all’onore della cronaca.


Il profilo. Femia è considerato dagli inquirenti un boss di primissimo piano. Originario di Gioiosa Jonica, ha sviluppato nel corso degli anni i suoi floridi affari tra la Lombardia, San Marino e l’Emilia Romagna mantenendo in alterati i rapporto con le cosche calabresi ed, in particolare, con quelli della riviera tirrenica calabrese. E’ stato condannato a 26 anni di carcere nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Black Monkey” condotta dalla Dda di Bologna che ha svelato una serie di retroscena sul business dei videopoker. Il suo nome è tristemente famoso anche per le minacce di morte perpetrate ai danni del giornalista Giovanni Tizian. In una telefonata intercettata nel 2011, il boss parlava di “sparare in bocca al cronista autore di alcune inchieste sui presunti affari della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna”.

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