Calabria, sulla Jonica il caso del mini-Intercity: costa di meno ma si viaggia in littorina
Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2017/04/23/news/calabria_il_caso_del_mini_intercity_sulla_jonica_fatto_con_le_vecchie_littorine_-163659940/?rssimage
Se siete in attesa dell’Intercity 564 Reggio Calabria-Taranto delle 10.13 alla stazione di Catanzaro non vi aspettate il classico treno con scompartimenti da 6, ma neanche prese di corrente o aria condizionata. Perché il treno che collega la Calabria alla Puglia con andata alle 7.35 e ritorno alle 13.07 è una vecchia littorina che percorre i binari per un viaggio di oltre sei ore e mezzo. Siamo sulla linea ferroviaria Jonica, sulla costa orientale della Calabria, dove viaggia l’Intercity più corto d’Italia che i pendolari della tratta hanno già ribattezzato “il mini Intercity” o, peggio ancora, “il treno più ridicolo d’Italia”.
Lo strano caso dell’Intercity che non c’è è in realtà una storia che in Calabria va avanti da tempo. Ma da febbraio, da quando il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha voluto introdurre una nuova coppia sulla linea Jonica per migliorare i collegamenti in una zona difficile per il trasporto pubblico, è stata quasi sdoganata. La linea Jonica, infatti, è una linea non elettrificata e quindi percorribile solo con materiale diesel.
Gli Intercity, invece, hanno locomotori elettrici. Fino a febbraio sulla tratta viaggiava solo una coppia di treni formata da un locomotore diesel con carrozze nuove dotate di prese e aria condizionata. Ma quando un guasto fermava il convoglio questo veniva sostituito con la littorina. Ora invece, da febbraio, la Regione, il Ministero e Ferrovie hanno stretto un accordo per aumentare le corse e i collegamenti tra Taranto e Reggio Calabria con l’istituzioni di un’altra coppia di treni. Un successo, applaudito dai pendolari e dalle istituzioni. Ma che viene fatto, però, con la vecchia littorina perché Trenitalia non ha materiale diesel disponibile adatto a questa linea.
L’azienda di trasporto conta di risolvere il tutto entro fine anno, e per il momento sono state introdotte delle misure uniche in Italia. Chi utilizza l’Intercity, infatti, pagherà il biglietto il 30% in meno del costo di un Intercity nel resto d’Italia. E a bordo possono viaggiare, senza sovrappezzo, anche i pendolari abbonati al trasporto regionale. “Siamo l’unico caso italiano che oltre ad avere materiale regionale per due coppie Intercity ha anche tariffe più basse – dice Roberto Galati, presidente dell’Associazione ferrovie in Calabria – ma è una situazione precaria perché così non si potrà più andare avanti”.
Sugli Intercity della Jonica viaggiano circa 600 mila viaggiatori l’anno per costi pari a 4 milioni: 2 milioni e mezzo li finanzia lo Stato mentre il resto sono a carico di Trenitalia che con il Ministero ha recentemente firmato il nuovo contratto universale per gli Intercity. Un piano che prevede il miglioramento dei servizi e la sostituzione dei vecchi Ic con le carrozze dei Frecciabianca come è già avvenuto sulla linea Tirrenica, sempre in Calabria. Sulla Jonica però tutto è diverso: “Il servizio della seconda coppia sarebbe dovuto partire già dal 21 dicembre – spiega l’assessore regionale ai trasporti Roberto Musmanno – ma abbiamo dovuto posticibarlo a febbraio proprio per la mancanza di materiale adeguato”. Una mancanza che non si è però risolta: “Fino a quando ci sarà materiale di questo livello ci saranno servizi gratuiti per gli abbonati. Questo può essere visto anche un vantaggio perché con un treno nuovo i prezzi tornerebbero a salire e non tutti sarebbero disposti a pagare perché la linea è comunque lenta”. In alcuni tratti infatti si è costretti a viaggiare a 50 chilometri orari con tempi biblici di percorrenza.
Sulla Jonica a breve partiranno importanti lavori per interventi pari a 307 milioni di euro provenienti dai Fondi di sviluppo e coesione: 40 milioni
sono destinati alla galleria di Cutro mentre altri per eliminazione di passaggi a livello, segnalamenti e cambio dell’armamento. “E’ una linea di oltre 300 chilometri – spiega Musmanno – siamo all’anno zero e vogliamo rinnovare i servizi e la fruibilità delle stazioni”.
di GERARDO ADINOLFI
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