Ndrangheta, la Dda di Reggio chiude le indagini contro i clan Piromalli e Bagalà
Fonte: http://www.zoom24.it/2017/03/11/ndrangheta-la-dda-di-reggio-chiude-le-indagini-contro-i-clan-piromalli-e-bagala-nomi-44594/
Arriva al capolinea l’inchiesta sulle ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro e del Cosentino. La Dda di Reggio Calabria ha chiuso il cerchio per 47 persone coinvolte nell’indagine “Cumbertazione”. Secondo gli inquirenti mezza Calabria era in mano alla ‘ndrine. Dalla Piana, con in testa la cosca Piromalli e la famiglia dei Bagalà, al cosentino, governato dai Lanzino – Ruà – Patitucci e dai Muto, egemoni sulla costa dell’alto Tirreno, gli appalti se li aggiudicava la criminalità organizzata. Il blitz delle fiamme gialle reggine fu eseguito in contemporanea con la Dda di Catanzaro che mise in piedi l’indagine “Cinque lustri”.
Le accuse. Associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’aver agevolato la ‘ndrangheta, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici sono le principali ipotesi di reato di cui devono rispondere a vario titolo gli ndagati. Diversi sarebbero gli episodi di corruzione contestati al direttore dei lavori relativi alla realizzazione dello svincolo autostradale di Rosarno, il quale per l’Antimafia in cambio di alcuni soggiorni gratuiti a Taormina e a Firenze, e un “Rolex” avrebbe fornito a Francesco Bagalà, 40 anni, informazioni riservate nonché il format del file Anas con il relativo logo. Fiordaliso, secondo le carte dell’inchiesta, sosteneva di agire nell’interesse dell’Anas a cui doveva evitare un oneroso contenzioso, ma di fatto avrebbe perorato la causa dell’impresa, cercando di “spingere” alcuni funzionari dell’Anas ad attivare la procedura finalizzata a giungere ad un accordo bonario il più possibile remunerativo per l’appaltatore, ciò con lo scopo di consentire ai Bagalà di recuperare il forte ribasso offerto in sede di aggiudicazione della gara. Non solo quindi le ‘ndrine avrebbero messo in piedi un meccanismo in modo tale da costituire un unico cartello di impresa per aggiudicarsi i lavori, ma sarebbero riusciti ad “infiltrare” anche gli enti dell’Anas e della Suap per assicurarseli.
I nomi degli indagati
Luigi Bagalà, Giuseppe Bagalà, Francesco Bagalà, 40 anni, Francesco Bagalà, 22 anni, Giorgio Morabito, classe 1974, Rocco Pasquale Nicoletta, Angela Nicoletta, Carlo Cittadini, Giorgio Ottavio Barbieri, Gianluca Scali, Domenico Gallo, Cristiano Zuliani, Ettore Della Fazia, Francesco Migliore, Filippo Migliore, Alessio Lacorte, Vito La Greca, Santo Fedele, Francesco Fedele, Bruno Polifroni, Rocco Leva, Bruno Madaffari, Maria Vittoria Plastina, Emilio Cipolla, Domenica Coppola, Angelo Zurzolo, Gaspare Castiglione, Mirko Pellegrini, Giovanni Fiordaliso, Giacomo Morabito, Roberto Di Paola, Antonino Quattrone, Antonino Gioffrè, Francesco Marcellini, Vincenzo Raso, Bruno Laria, Antonio Giuseppe Currenti, Giuseppe Rigoli, Paolo Speziale, Domenico Auddino, Raffaele Zangari, Mariano Arena, Santo Gagliostro, Luigi Macrì, Roberto Bassman, Domenico Maugeri, Vincenzo Polifroni.
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