PRIMA LE CASE, POI LE CHIESE

PRIMA LE CASE, POI LE CHIESE

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) ha scritto al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per sollecitare il governo a destinare le risorse dell’8 per mille statale alla ricostruzione delle zone dell’Italia centrale colpite dal sisma nei mesi scorsi.
«L’Uaar – si legge nella lettera firmata dal segretario dell’associazione, Stefano Incani – le scrive per invitarla a rivedere la politica del governo in tema di utilizzo dell’8 per mille di competenza statale»: «A nostro avviso è indispensabile destinare l’8 per mille a gestione statale alla ricostruzione con criteri antisismici di abitazioni, scuole, ospedali, asili nido, biblioteche, università, strutture produttive, strade e ferrovie delle regioni colpite dal sisma». Una richiesta peraltro in linea con la stessa legge che regolamenta l’istituto dell’8 per mille (la 222/1985) la quale prevede tra le destinazioni d’uso anche “interventi straordinari per calamità naturali” (oltre a “fame nel mondo”, “assistenza ai rifugiati”, “beni culturali” e la recentemente introdotta “edilizia scolastica”).
Ma la lettera è anche occasione per sollecitare il governo a un altro cambio di rotta: «Ci permettiamo – prosegue Incani – di chiederle anche un impegno di più alto valore civile, una vera e propria svolta: vale a dire che lo Stato, per la prima volta dall’esistenza del meccanismo dell’8 per mille, lanci una campagna pubblicitaria a proprio favore». Lo Stato è infatti l’unico competitor che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie attività, cosa che ha determinato, nel corso del tempo, la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore.
L’iniziativa si inserisce all’interno dell’edizione 2017 della campagna Occhio per mille – campagna che l’Uaar porta avanti da anni allo scopo di aiutare i contribuenti a effettuare una scelta informata e consapevole per la destinazione dell’8 per mille – e giunge a pochi giorni dalla notizia che è stato approvato l’emendamento al decreto terremoto che prevede che tutta la quota statale dell’8 per mille destinata ai beni culturali – da quest’anno fino al 2026 – sarà destinata esclusivamente al recupero dei beni culturali colpiti dal sisma nel centro Italia (e non tutta la quota 8 per mille di competenza statale come inizialmente previsto).
«Ma per i luoghi di culto – come sottolinea Incani nella lettera – c’è già l’8 per mille alle Chiese». E per chi non lo ricordasse, la Chiesa cattolica con il 37% delle firme a suo favore si aggiudica l’80% dei fondi, pari lo scorso anno a 1 miliardo e 18 milioni di euro. Tutto ciò in virtù del meccanismo di ripartizione in base a cui le quote non espresse – quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi – sono comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute. Un aspetto su cui non solo l’Uaar cerca da tempo di accendere i riflettori con la campagna Occhiopermille ma che è stato oggetto di richiami da parte della Corte dei Conti.

Per questo l’Uaar ha scelto per la campagna Occhio per mille di quest’anno l’hashtag #primalecasepoilechiese.
«Abbiamo deciso di riprendere un motto che risale al terremoto del Friuli (“Prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese”) – spiega Roberto Grendene, responsabile Campagne Uaar – perché è forse anche grazie a quel principio guida che quella del Friuli è stata l’unica ricostruzione post-sisma pienamente riuscita nel nostro paese. È una questione di priorità», prosegue: «Non neghiamo che ci possano essere anche diverse chiese monumentali che meritano un intervento. Ma prima pensiamo a far tornare nelle loro case, alla loro vita, le persone che hanno perso tutto».
Per sostenere la campagna si può sottoscrivere l’appello al governo sul portale change.orggo.uaar.it/primalecasepoilechiese

Maggiori informazioni: https://www.occhiopermille.it/

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