La Carcarazza interroga la Regione Calabria sulla sanità reggina

La Carcarazza interroga la Regione Calabria sulla sanità reggina

Sono giunte a Ciavula indiscrezioni riguardanti la sanità reggina, che riteniamo di dover raccontare, perché suscitano più di un interrogativo sulla gestione dei soldi pubblici.
Come è noto, la sanità pubblica in provincia di Reggio Calabria fa capo ad un unico Ente, l’ASP – Azienda Sanitaria Provinciale, che ha accorpato le vecchie ASL di Reggio Calabria, Palmi e Locri, il cui iter di “fusione” è stato, a dir poco, travagliato per via dell’impossibilità di riconciliare i conti delle vecchie ASL con il bilancio del nuovo Ente, tant’è che i revisori della KPMG, una tra le “big mondiali” della revisione contabile, ingaggiati dalla Regione Calabria per capirci qualcosa, hanno rimesso il mandato!!!
Ma le stranezze non sarebbero finite con le vecchie gestioni, perché, siamo venuti a sapere, starebbe venendo allo scoperto una strana situazione che riguarda molti dipendenti dell’ASP stessa, nel momento in cui si accingono ad andare in pensione: pare che queste persone (medici, infermieri, personale amministrativo, quindi senza alcuna distinzione), nel momento in cui si recano presso l’INPS (o scaricano on-line la propria situazione contributiva) per avviare le loro pratiche pensionistiche, scoprono che gli anni dal 2011 ad oggi non sarebbero coperti dai versamenti previdenziali (obbligatori) previsti. Di fronte alle loro (legittime) rimostranze gli uffici dell’ASP di Reggio Calabria chiederebbero di temporeggiare qualche mese e, sostanzialmente, risolverebbero la situazione “caso per caso”.


Facciamo un passo indietro, per cercare di capire cosa sta avvenendo: l’ASP, come tutti gli altri enti pubblici, riceve soldi dalla Regione (che li riceve dallo Stato) – tecnicamente detti “trasferimenti” – sulla base del proprio bilancio, che è determinato, tra le altre cose, dal costo del lavoro del personale dipendente, e tali somme sono calcolate comprese imposte e ritenute che poi vengono, ogni mese, ri-versate allo stato e all’INPS. Quindi non siamo di fronte ad un “taglio di risorse” (alibi che spesso viene sbandierato da molti amministratori per giustificare la mancanza di fondi degli Enti, ma scriveremo ancora su questo tema…): i soldi sono previsti, calcolati e trasferiti (addirittura vengono prelevati in parte dalle retribuzioni del personale, mediante le trattenute in busta paga), ma se si verifica (e non in un caso isolato) la situazione che abbiamo descritto, il dubbio che i versamenti contributivi non siano stati effettuati sorge ed è legittimo fino a smentite che provino il contrario.
Abbiamo già detto che, per quanto ne sappiamo, di volta in volta che la situazione emerge quando bisogna liquidare le pensioni del personale, l’ASP risolverebbe i singoli casi (dopo qualche mese e non senza disagio per i diretti interessati), ma alcune domande ce le facciamo e le facciamo alla Regione Calabria:
è normale avere dubbi sul fatto che un Ente pubblico possa non avere adempiuto ad obblighi di Legge, versando le ritenute del personale, mentre un privato cittadino o un’Azienda per molto meno incorrono in pesanti sanzioni e, addirittura, in denunce penali?
Posto che tali somme arrivino nel bilancio dell’ASP (e sarebbero vincolate a specifica destinazione), se non venissero versate all’INPS, per quali scopi sarebbero utilizzate?
La Regione Calabria batta un colpo…

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