Anche contro le teste di cazzo che – vigliaccamente e furtivamente, di notte – inneggiano alla mafia e attaccano Don Luigi Ciotti, esiste uno stato di diritto da rispettare.
Le regole democratiche valgono per tutti, sono la certezza di una legalità che prescinde dalla discrezionalità del potere o del denaro. E queste regole devono essere imposte dalle istituzioni preposte, le uniche deputate ad utilizzare la forza coercitiva, secondo quanto indicato in modo chiaro dall’ordinamento costituzionale.
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Il messaggio del sindaco di Locri
Il messaggio del Sindaco di Locri, con la pubblicazione della locandina “Wanted” modello Far West e la promessa di una ricompensa di natura monetaria per chiunque potrà fornire informazioni sui delinquenti che hanno imbrattato i muri di Locri la notte del 20 Marzo scorso, non rientra in una logica di autentico stato di diritto.
Non spetta al Sindaco di un comune perseguire i reati e i colpevoli. Soprattutto è fuori da ogni legalità costituzionale l’idea di promuovere una sorta di caccia all’uomo, con tanto di ricompensa da garantire ad eventuali informatori e/o delatori. Un Sindaco deve collaborare per quanto gli compete con le forze dell’ordine e con le autorità giudiziarie, offrendo loro ogni tipo di utile informazione: di certo, non deve fare lo “sceriffo” a uso e consumo di social network e titoli di giornale.
Immaginiamo che quella di Calabrese sia stata soprattutto una provocazione, quasi di pancia, una rivendicazione di protagonismo che spesso tende a debordare nella comunicazione del personaggio (non nuovo ad uscite estemporanee e dal forte clamore mediatico). Ma il messaggio lanciato è potenzialmente pericoloso, comunque fortemente sbagliato.
Da un uomo delle istituzioni, da un rappresentante dello Stato che indossa la fascia tricolore, è doveroso attendersi un simbolismo e un linguaggio più consoni al ruolo, più rispettosi dell’ordinamento repubblicano. Anche perchè la difesa legittima della propria città e della propria terra inizia necessariamente da una posizione radicalmente partigiana, che non può essere offuscata da contesti e situazioni soggettive: la posizione della legalità e del garantismo tout court, a fianco dello Stato e dei suoi rappresentanti. Alla fine, ha ragione Claudio Cordova – direttore di www.ildispaccio.com – quando usa parole inequivocabili nel denunciare il “messaggio criminogeno del Sindaco di Locri” (leggi QUI).
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Qui sta la grande differenza. La democrazia segue e rispetta le sue regole, ha i suoi ruoli ben delineati, a garanzia dei diritti di tutti, anche dei peggiori delinquenti; la criminalità prescinde da queste regole, attacca e aggredisce fottendosene allegramente di ogni diritto e di ogni ruolo.
Per noi, lo ribadiamo in conclusione, la mafia si sconfigge esclusivamente con le armi – infinitamente più potenti – della democrazia e dello stato di diritto: in questo consiste la sublime alterità rispetto alla volgare violenza criminale.