In Calabria il non-profit sfida la ‘ndrangheta ripartendo dai giovani
REGGIO CALABRIA – Una piazza, due bar, una sala slot e un circolo. Quattromila anime. Questa è San Luca. Questo è il paese schiacciato dall’ombra dei clan di ‘ndrangheta. Per loro, per i mammasantissima è “la mamma”, è questa l’unica “locale” (ovvero l’insieme delle ‘ndrine-famiglie di un territorio) che può decidere di aprirne o chiuderne altre.
E’ luogo non luogo abbandonato negli anni dallo Stato e dalla politica. Intriso del sangue delle stragi. La più recente e clamorosa risale al 2007 e fece compiere al paesino il giro del mondo per la strage di Duisburg, dove i morti furono sei. Tutti calabresi, tutti legati alla faida che si trascinava dal 1991 tra le ‘ndrine dei Nirta, degli Strangio e dei Pelle-Vottari e che proprio a San Luca era iniziata.
Dal 2013 il Comune è commissariato, dopo che il suo ultimo Sindaco, Sebastiano Giorgi, improprio simbolo dell’antimafia, si scoprì essere in relazione diretta con le famiglie locali. Le ultime elezioni, anno 2016, hanno visto mancare perfino il quorum minimo alle urne. Ma agli abitanti pare non interessi. Le regole democratiche qui sono sospese, la rassegnazione ha preso il sopravvento.
L’ultima batosta gli abitanti di San Luca l’avevano ricevuta dalla madrina del “Movimento delle donne”, Rosy Canale, condannata a quattro anni di reclusione nel 2016 per aver utilizzato a scopi privati i soldi pubblici raccolti negli anni.
“Non abbiamo bisogno di altre persone così, quella è venuta a San Luca solo per farsi un po’ di pubblicità”,
tuonarono così i cittadini che per l’ennesima volta si erano sentiti defraudati e sfruttati.
IL PUNTO LUCE DI SAVE THE CHILDREN, ROCCISANO: “QUI SERVE SPERANZA E CORAGGIO”
è proprio per questo motivo che Save The Children da ormai diversi mesi sta preparando il terreno per l’avvio del nuovo “Punto Luce”, uno dei presidi fissi, a disposizione di più associazioni, lanciati di recente dall’organizzazione non-profit su tutto il territorio nazionale per contribuire ai percorsi educativi dei minori che si trovano a vivere nei quartieri svantaggiati delle città.
Un percorso che parte e si fonda su un patto di fiducia con le scuole, con i professori e soprattutto con i genitori. Il messaggio è chiaro.
“Non ottenere pubblicità ma lavorare sul lungo periodo per poter far si che siano le nuove leve ad innescare un cambio culturale e di prospettiva che veda i giovani divenire protagonisti di una rinnovata società civile.”, spiega Federica Roccisano – Assessore alle Politiche Sociali della Regione Calabria. “Qui serve speranza e coraggio. E la bellezza di chi fa le cose davvero è la miglior forma di antimafia”
E’ infatti grazie al sostegno dell’Ente che Save darà vita al “Punto Luce” di San Luca, un presidio a Locri, oltre a numerose altre azioni sviluppate nei Comuni dell’area di Platì. Tutte attività ed azioni che verranno presentate ad inizio Aprile nel corso del rilancio da parte di Save di The Children della campagna “Illuminiamo il futuro”.
Un’iniziativa coraggiosa e innovativa che mira al cuore della malavita organizzata locale e lo fa colpendo il centro del sistema ‘ndrangheta, dove il ruolo educativo della madre nelle ‘ndrine svolge un compito fondamentale.
DA GOEL AI SALESIANI – IL WELFARE PRIVATO SFIDA LA ‘NDRANGHETA E INIZIA A VINCERE
ostello-Locri-Goel-1L’iniziativa si somma a quelle già messe in piedi da diverse organizzazioni che proprio nell’area della Locride hanno dato vita ad una rivoluzione silenziosa che mette al centro i giovani, l’occupazione e la legalità . Su tutti è il caso di Goel, il consorzio di cooperative sociali che dopo essersi inventato un marchio di moda sociale, aver rotto il mercato imposto sulle produzioni agricole, continua la sua opera inaugurando proprio nei giorni a scorsi a Locri, 28 chilometri da San Luca, l’ostello della gioventù. Un ex-albergo sequestrato alla malavita, che non più tardi del 13 febbraio di quest’anno era stato oggetto di atti di vandalismo per un valore di oltre 20mila euro. Ma Goel e il suo fondatore Vincenzo Linarello di intimidazioni e attentati ne hanno subiti diversi negli anni e la paura, col tempo, ha lasciato spazio solo alla voglia di lottare:
«Questo atto criminale – ha subito ribadito Linarello, all’indomani dell’atto intimidatorio – ci motiva a impegnarci ancor di più per ottenere le autorizzazioni necessarie ad avviare il prima possibile l’ostello, ribattezzato “Locride”. La ‘ndrangheta fa alla Locride ciò che gli autori di questo atto criminale hanno fatto a questa struttura: ostacolare la possibilità di riscatto e di lavoro per la gente e per il territorio. GOEL, invece, crea ogni giorno, dal nulla, speranza e lavoro».
Una promessa decisamente mantenuta.
donboscobus_locri_salesiani_6Così come quella dei Salesiani schierati in prima linea per difendere il diritto al tempo libero, al gioco e alla creatività dei bambini di Locri. E per farlo hanno scelto un pulmino che dallo scorso anno accompagna in oratorio tutti i bambini delle frazioni attorno Locri.
«È nato come possibilità di andare a cercare i ragazzi anche nelle contrade più disperse – racconta Don Mimmo Madonna, direttore della casa salesiana – Accompagnandoli in oratorio permettiamo loro di giocare, di seguire gli allenamenti, partecipare alle formazioni di gruppo e anche a quelle spirituali».
Una valida alternativa ai modelli negativi in un territorio che soffre la forte carenza di servizi educativi essenziali.
LA DIFFICILE SITUAZIONE DELLA CALABRIA – OLTRE TRE MILIONI DI BAMBINI A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE
Tutte azioni ed interventi centrati sui minori quelle portate avanti dalle associazioni che prima di ogni altro hanno compreso che proprio dai più piccoli bisogna partire se si vuole cambiare lo status quo. Sono, difatti, diverse centinaia le famiglie dell’area che vivono in condizioni di svantaggio economico dove regna degrado, emarginazione e povertà estrema. Tutti presupposti utili a far attecchire la ‘ndrangheta e i suoi poteri. Certo la Regione più volte è intervenuta con provvedimenti “tampone” offrendo risposte temporanee, ma non riuscendo comunque ad affrontare il problema in maniera organica.
Ed allora ecco il cambio di passo dell’amministrazione guidata da Mario Oliverio che in questi ultimi anni sta provando a sviluppare reti virtuose con gli altri attori sociali, partendo dal presupposto che senza infrastrutture attive sui territori non si andrà lontano. Una trasformazione delle politiche sociali che è passata da un’ottica incentrata sulle singole categorie di utenza ad una presa in carico dell’intero nucleo familiare.
Stando all’ultimo rapporto Istat, infatti, i minori calabresi in situazioni di povertà assoluta sono circa un milione ed altri tre milioni e mezzo sono a rischio di esclusione sociale. Un’esclusione che aumenta in maniera proporzionale all’assenza di presidi educativo-culturali a disposizione di molti bambini che invece vivono in centri urbanizzati.
di Luca Mattiucci