Assemblea Sindaci Locride: noi indichiamo la luna, voi guardate il dito

Assemblea Sindaci Locride: noi indichiamo la luna, voi guardate il dito

Ci siano consentite poche riflessioni sull’Assemblea dei Sindaci della Locride: il quadro è talmente chiaro da non necessitare affatto di lunghi e articolati ragionamenti.

La vicenda del Ponte sull’Allaro è solo l’ennesima conferma di un fallimento dell’Assemblea, come soggetto politico e come organismo autenticamente rappresentativo di un territorio. Il che, più prosaicamente, significa che l’Assemblea dei Sindaci della Locride non è riuscita ad ottenere risultati di chiara ed effettiva incidenza socio-economica.

assemblea sindaci LOCRIDE - EVIDENZA

Il problema non è tanto quello di carenza di idee (anche se qualche deficit, soprattutto in taluni sindaci, lo si riscontra facilmente) o di programmi (di “libri dei sogni”, alcuni anche di pregevole fattura, è ormai piena la storia locridea degli ultimi anni): la questione, insistiamo, è sommamente politica. Ovvero: l’incapacità di avere una visione collettiva e di ampio respiro, di costruire alleanze che rendano progetti fattibili quella visione, di mobilitare in questa direzione le energie democratiche del territorio.

L’Assemblea dei Sindaci avrebbe potuto (e potrebbe ancora) supplire alla gigantesca assenza della politica che ammorba le nostre comunità: non ci sono partiti e non ci sono pratiche democratiche, sarebbe opportuno che si affermasse almeno un civismo di moderna concezione (ben oltre le semplici liste civiche costruite per vincere qualche piccola elezione comunale).

Così, purtroppo, non è. In verità, alla situazione data, quale cittadino della Locride può pensare di essere rappresentato – con piena efficacia politica – da un organismo che si riunisce spesso inutilmente, che ha difficoltà estrema anche a rinnovare i propri ruoli direttivi, che continua a ragionare più in termini di egoismi municipali e meno in un’ottica di comprensorio?

Ci sono, nel nostro territorio, sindaci e rappresentanti politici di assoluto valore, soprattutto nell’ottica di una generazione nuova che interpreta il proprio ruolo in modo più aperto e più generoso. Troppo spesso, però, sono prevalsi vecchi giochi di potere e vecchi schemi di gioco. Non casualmente, il 27 Aprile scorso, così ci rivolgevamo ai sindaci delle due Gioiosa (clicca QUI): <<< (…) Assumete l’iniziativa, anche in rappresentanza di quell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido che rappresenta l’unica innovazione politica prodotta negli ultimi anni nella Locride. Rompete lo “status quo”, la conservazione attuale serve solo a mantenere la “vetrina” di qualcuno. Abbiate il coraggio di proporre un reale cambiamento all’interno dell’Assemblea, anche a costo di dovervi scontrare politicamente con qualche collega o di essere etichettati come presuntuosi (…) >>>.

Urgono cambiamenti, che vanno anche ben oltre i nomi di questo o quel sindaco. Serve una pratica operativa diversa, che metta a valore la pluralità dei comuni locridei. Serve una nuova “governance”, che garantisca all’Assemblea una reale efficacia d’azione. Sempre in un quadro d’insieme condiviso, in grado di tracciare un’immagine concreta della Locride del futuro (quale sviluppo economico da promuovere, che tipo di opere pubbliche e di infrastrutture perseguire, come formare le giovani generazioni, quale tipologìa di legalità e di democrazia sviluppare, ecc.).

sindaci

Quindi, lo diciamo con affetto anche a Giorgio Imperitura che pure ci ricambia con sprezzante giudizio sul nostro giornale, serve a poco continuare a parlare ossessivamente di se stessi (cosa di oggettiva e mediocre importanza), di dimissioni che non diventano operative oppure di mancati accordi sui successori oppure ancora di numeri legali che non si riescono a raggiungere: noi indichiamo chiaramente la luna (un organismo politico che semplicemente non funziona), perché mai si continua a guardare il dito (le postazioni e i ruoli da coprire)?

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