LA PARABOLA DEL NANIGLIO: DALLA MERAVIGLIA ALL’ABBANDONO
Durante le giornate FAI di primavera 2007 e 2012, migliaia di persone hanno ammirato e apprezzato la Villa Romana del Naniglio, facendo balzare Gioiosa Jonica ai primi posti fra i siti più visitati d’Italia. Un’enorme soddisfazione su scala nazionale che ci inorgoglisce e che ragionevolmente avrebbe dovuto spingerci a preservare, valorizzare e puntare su questo sito archeologico che rappresenta, senza dubbio, un potenziale considerevole per la crescita turistica ed economica del nostro territorio.
Sulla stessa linea, si poneva il programma politico dell’attuale amministrazione comunale che auspicava l’adozione di un modello di gestione finalizzato alla concreta fruizione da parte dei visitatori e si impegnava a favorire un salto di qualità che collocasse stabilmente l’area del Naniglio tra i circuiti nazionali di maggiore attrattività. Nonostante i numerosi finanziamenti sovra comunali già programmati, parte dei quali già utilizzati, l’area archeologica versa oggi in una condizione di abbandono inqualificabile e inaccettabile. Ancora più grave, lo stato di conservazione dei mosaici policromi – fiore all’occhiello dell’intera villa – che, a detta di alcuni esperti che li hanno esaminati, sono irreversibilmente danneggiati e difficilmente potranno essere riportati al loro splendore.
Senza scendere, in questa sede, in tecnicismi che non ci appartengono, né voler approfondire il solito stucchevole rimpallo di responsabilità, ci preme che tutti i cittadini siano messi a conoscenza di questo indecoroso stato di cose. Da subito, ci impegniamo ad interpellare gli organi preposti, interessando sulla questione anche i riferimenti istituzionali della nostra organizzazione politica, a ogni livello. Nell’incredibile silenzio generale, occorre accendere i riflettori sullo squallore di questa vicenda. Avere la fortuna di essere circondati dalla bellezza ci impone il dovere di apprezzarla, curarla ed esaltarla, come dovere civico prima che politico, come forma di rispetto verso noi stessi e nei confronti della nostra storia.