Il ricordo di Leonard Cohen
Riceviamo e pubblichiamo dal lettore Pietro Fantò
È con grande tristezza che apprendo la notizia della morte di Leonard Cohen: scrittore, musicista, compositore, poeta visionario.
Ai più giovani probabilmente questo nome non dirà molto, ma per quelli della mia generazione è stato un faro capace di illuminare molti cammini.
Ebreo di origine canadese, Cohen attraverso la sua meravigliosa musica e le sue canzoni velatamente malinconiche ha raccontato un’America diversa, mescolando temi romantici, esistenziali e religiosi.
Ci ha lasciato una discografia immensa, e ci tengo a ricordare alcune delle sue canzoni più celebri: So long, Marianne, Suzanne (ripresa anche da Fabrizio De Andrè) e, su tutte, Hallelujah, dalla quale emerge la matrice culturale ebraica dell’autore.
Leonard Cohen lascia un grande vuoto che difficilmente sarà colmato, perché è stato capace di imprimere un’impronta indelebile nel mondo musicale e culturale dagli anni ’60 a oggi, divenendo punto di riferimento per artisti straordinari come Joni Mitchell, Bob Dylan e tanti altri.
Una domanda, in conclusione, mi sorge spontanea: siamo sicuri che non meritasse anche lui un riconoscimento come il Premio Nobel?
Buon viaggio Leonard, e grazie.
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