Quando abbiamo deciso di fare nascere questo giornale, quasi due anni fa, non avevamo finanziatori né finanziamenti, non avevamo soldi e per lanciare una testata editoriale dei soldi servono. Allora abbiamo deciso di autofinanziarci, di mettere i soldi di tasca nostra, di investire in questa avventura perché crediamo che i nostri paesi meritino un’informazione vicina e attenta. Tutto questo ci ha dato un’opportunità: l’opportunità di non avere padroni, di non dovere niente a nessuno, di essere liberi e di potere scrivere liberamente tutto quello che pensiamo.
E possiamo affermare che dalle frazioni di Caulonia, tutte, si alza il grido degli abbandonati. Mi dicono che in passato ci furono esperienze amministrative che si ricordarono delle frazioni. Non lo so, non c’ero. A mia memoria i cittadini delle frazioni sono sempre stati in qualche modo cittadini di serie b e tali si sentono. Trascurati dalle istituzioni, lontani anche fisicamente dagli occhi degli amministratori e dal centro del potere comunale. E non è giusto.
So che viviamo in una nazione in cui un contadino che si è spaccato la schiena tutta la vita facendo un lavoro massacrante per mantenere la famiglia riceve una pensione da fame, mentre uno stronzo che ha fatto l’assessore regionale riceve un vitalizio di 8mila euro al mese. In una nazione così di cose giuste ce ne sono poche. Ma non per questo bisogna rassegnarsi. Non possiamo incidere direttamente sulle pensioni, per restare a questo esempio, ma sui livelli più bassi dell’amministrazione possiamo incidere. Sul comune possiamo, anzi dobbiamo, incidere. E dobbiamo invertire la tendenza.
Ho avuto la possibilità, per pochi mesi, di essere amministratore di Caulonia. Un’esperienza civica nella quale ci siamo illusi di portare la politica. Un’esperienza morta giovane per ragioni che non sono mai state raccontate (link QUI). Ma in quei mesi, coi compagni di allora, provammo con forza a parlare di partecipazione e di bilancio partecipativo. Volevamo che alla formazione del bilancio comunale (per essere precisi ad una parte di esso, anche piuttosto piccola vista la situazione economico finanziaria) partecipassero i cittadini, compresi quelli delle frazioni. Non era demagogia, non era populismo, era il tentativo di riconnettere l’amministrazione comunale con la sua gente, attraverso le assemblee e attraverso la voce diretta dei tanti territori che compongono questo comune. Volevamo dare voce anche alle frazioni, farci raccontare quali sono i bisogni, che spesso si traducono in necessità basilari. Non ci riuscimmo per due ragioni: 1) in quell’amministrazione non c’era sufficiente sensibilità su questi temi considerati troppo “di sinistra”; 2) quell’amministrazione venne uccisa giovane.
Adesso Caulonia si prepara ad un’altra campagna elettorale, ad eleggere un altro sindaco e un altro consiglio comunale. Dobbiamo impedire che tutto resti come oggi. Dobbiamo chiedere a gran voce un cambiamento e le frazioni di Caulonia non devono essere dimenticate nuovamente. Dobbiamo metterle al centro della discussione, dobbiamo dire che le divisioni tra le varie realtà territoriali di Caulonia devono essere superate e potranno essere superate solo quando tutti si sentiranno cittadini con eguali diritti.
Qualcuno ci considererà come sempre degli illusi e dei sognatori invece parliamo di qualcosa di così realizzabile e necessario che ci chiediamo perché non sia palese a tutti e soprattutto a quella classe politica che da troppi anni fa il bello e il cattivo tempo in questo paese.
Per questo continueremo ad ascoltare le voci dei territori, le segnalazioni che arrivano dalle frazioni e la redazione di Ciavula è disponibile, laddove ci sia qualcuno che voglia parlare con noi e usare lo strumento del giornale per fare sentire la propria voce, a partecipare ad assemblee pubbliche in ogni dove. Vogliamo che il nostro giornale si faccia portavoce di quelle esigenze. Faremo quello che non ha fatto la politica cittadina e proveremo a fare in modo che quelle richieste diventino centrali nella prossima campagna elettorale.
Noi siamo un giornale libero e senza padroni. Noi tutti cittadini di Caulonia dobbiamo essere liberi e senza padroni. Ma dobbiamo dimostrarlo subito, e soprattutto alle prossime elezioni, smettendola di votare l’amico che per la collettività non ha mai fatto nulla. Altrimenti poi non lamentiamoci di essere considerati dei cittadini di serie B.