Calabria, uccise nel cimitero per vendetta. Procuratore “abbandonati da istituzioni”

Calabria, uccise nel cimitero per vendetta. Procuratore “abbandonati da istituzioni”

Fonte: www.repubblica.it

Di Alessia Candito

COSENZA Vendicare l’omicidio del fratello, colpendo due volte negli affetti più cari il killer reo confesso e per questo da tempo in carcere. Per la procura di Castrovillari, sta tutta nella logica tribale della vendetta la chiave dell’omicidio della settantasettenne Edda Costabile e della figlia Ida Maria Attanasio, 52 anni, trucidate a colpi di pistola il 30 ottobre scorso all’interno del cimitero di San Lorenzo del Vallo, nel cosentino. Ad attenderle per ore, per poi colpirle “con una ferocia inaudita” – dicono gli inquirenti – sarebbe stato il trentacinquenne Luigi Galizia, fratello di Damiano, ucciso il 26 aprile scorso da Francesco Attanasio, figlio e fratello delle due donne.
        
“Questo non è un contesto di faida, ma di vendetta. Galizia – spiega il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciola –  ha deciso di vendicare l’omicidio del fratello Damiano, ma il responsabile è in carcere, ed essendo reo confesso ci resterà il ancora per molto, quindi – ha deciso di punirlo colpendo la mamma e la sorella”. Per questo motivo, Galizia è stato fermato ieri sera nel corso di un’operazione congiunta dei carabinieri di San Lorenzo del Vallo e della Questura di Cosenza.
        Carabinieri
Per gli investigatori non ci sono dubbi, è lui il killer di Edda Costabile e Ida Attanasio. Le due donne sono state uccise con 14 colpi di pistola nel fine settimana dedicato alla commemorazione dei defunti, di fronte alla tomba di famiglia. Un delitto efferato e dall’alto contenuto simbolico che fin dal principio ha indotto gli inquirenti a cercare il colpevole nell’entourage del giovane ucciso solo qualche mese prima dal loro familiare.
 
I sospetti si sono concentrati subito su Luigi Galizia, fratello maggiore di Damiano, ma quando i carabinieri si sono presentati a casa sua, per sentirlo come persona informata sui fatti, il giovane era irreperibile. “Galizia ha fatto perdere le proprie tracce da quella domenica del 30 ottobre scorso e  solo dopo una settimana  – spiega Facciola – si è presentato in piena notte dai carabinieri facendo dichiarazioni, che abbiamo opportunamente riscontrato, così come il suo alibi, che si è dimostrato essere palesemente falso. Dalla complessa attività di indagine sono emersi chiaramente i propositi di vendetta”.
 
Dettagli su indagini e riscontri però gli inquirenti non ne possono dare. Perché Galizia potrebbe non aver agito da solo. Di certo, nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al duplice omicidio ha goduto della protezione di più di uno. “Nella settimana in cui si era reso irreperibile, Luigi Galizia circolava tranquillamente in paese come se niente fosse”, dice sconfortato il procuratore, i cui appelli alla collaborazione sono caduti nel vuoto. “Abbiamo dovuto contestare ad alcune persone persino la loro presenza lì. Ci sono stati addirittura alcuni che hanno sostenuto che nel cimitero non ci fosse nessuno” spiega Facciolla.

In più, ragiona il magistrato, nonostante Galizia non fosse né pregiudicato, né inserito in un contesto mafioso è stato in grado di procurarsi un’arma con facilità. “Appena le donne passano, lui le segue e spara: quindi c’è stata disponibilità immediata dell’arma. L’aveva con sé o gli è stata consegnata da qualcuno”. Interrogativi cui le indagini stanno tentando di dare risposta. E in fretta. Perché questa – conclude il procuratore – è “una zona tristemente abbandonata anche dalle istituzioni” che per questo merita “una risposta pregante della presenza dello Stato”.

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