Il sindaco di Riace: «Case, formazione, profughe di Goro vi accogliamo noi»
Fonte: www.ilmanifesto.it
Di Silvio Messinetti
Accoglienza. Mimmo Lucano: quello che è successo a Goro è barbarie, una figuraccia per l’Italia. Ora andrò dal papa a raccontargli che da noi, finché ci sono case, chiunque è benvenuto
Il Sud batte il Nord in fatto di umanità. In provincia di Ferrara, a Goro e Gorino, la gente del posto ha fatto le barricate per impedire il passaggio di un pullman con 12 profughe. Dal Sud invece arriva la lezione del sindaco di Riace (Reggio Calabria), Mimmo Lucano, disponibile ad accogliere il gruppo di donne respinte.
Sindaco, spieghi la proposta.
Quel che è accaduto a Goro è un fatto inumano, barbaro. Un livello di inciviltà inaudito. Una figuraccia all’intero Paese. Noi non mettiamo limiti all’accoglienza. Siamo un comune che si apre al mondo. C’è un detto contadino secondo cui ‘dove mangiano in 10 possono mangiare in 15’. Mettiamo a disposizione due case, con la possibilità di seguire corsi di formazione professionale. In cambio non vogliamo nulla né dal governo né da altri. Avevamo già aderito al progetto dei ‘corridoi umanitari” dei migranti siriani e daremo ai profughi di Goro lo stesso trattamento che diamo agli altri ospiti.
Il sindaco di Firenze Nardella ha detto ‘basta profughi in Toscana’. Quello di Napoli De Magistris è orgoglioso dell’accoglienza data dai napoletani. Perché i sindaci sono così divisi su un tema tanto complesso e delicato?
In Toscana non tutti la pensano come Nardella. Il presidente Rossi è stato in visita qui a Riace e dice tutt’altro. Detto questo, ogni sindaco risponde alla propria coscienza. Chi ne fa una questione di quote in realtà non li vuole affatto. Quel che fa rabbia è proprio questa ipocrisia. Se rappresenti una comunità devi avere una identità. La nostra identità è quella dell’accoglienza e dell’integrazione.
Il Viminale ha sospeso il sistema di banconote locali convertibili in euro da lei inventato per alleviare le difficoltà dei migranti. Il modello Riace è in difficoltà Ha ritirato i buoni moneta dalla circolazione?
Non ci penso proprio. Il Viminale alla fine ha riconosciuto l’errore dovuto anche a un sistema di tutor non proprio efficiente. Noi con questi buoni convertibili veniamo incontro ai migranti, ma anche allo Stato: alleggeriamo gli impedimenti burocratici che appesantiscono il sistema. Perché questo sistema li rende padroni di loro stessi. Se poi a qualcuno dà fastidio l’effige di che Guevara o di Impastato impressa sulle banconote se ne faccia una ragione.
Papa Bergoglio l’ha invitata a partecipare in Vaticano al summit del 9 dicembre sulle buone pratiche per l’immigrazione. Che dirà al papa?
È un grande onore parlare davanti al Papa. La mia sarà una testimonianza diretta di una storia di quasi 20 anni. Mi sono candidato a sindaco nel nome di Peppino Impastato. Nemmeno mio padre mi ha votato e mai avrei immaginato di parlare davanti a un uomo come Bergoglio. Dirò che noi portiamo avanti l’utopia della normalità, un paese di contadini spopolato che si è ripopolato di anime erranti, in fuga da guerre e ingiustizie. Abbiamo incrociato il dramma dell’umanità e abbiamo cercato soluzioni. Siamo diventati operatori dell’accoglienza. E finché ci sono case chiunque può arrivare.
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