GIORNATA NAZIONALE VITTIME DELL’IMMIGRAZIONE, DAL PASSATO PER RICORDARE
Era il 1965 quando Pasolini scrisse di Alì dagli occhi azzurri, dei tanti Alì che sbarcheranno a Palmi e a Crotone portando con sé un carico di speranza; era il 1965 quando l’autore profetizzò il volto di un’Italia non più emigrata ma immigrata; era il 1965 quando apparve il primo ritratto dei tanti Alì portati dal mare, umili, deboli, timidi, piccoli, sudditi. Allora fu un’aporia, oggi una realtà che ci costringe ad un confronto con altre vite, quelle che pensiamo non ci appartengano. Ma oggi come allora, probabilmente, Alì ci insegnerà la gioia di vivere, di essere liberi, di morire. Oggi come allora, Alì ci insegnerà che solo una rottura con i drammi del passato può guarire le ferite del presente.
Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci,
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come malandrini a malandrini:
“Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!”
[…] Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
[…] essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie…
dietro ai loro Alì
dagli occhi azzurri […]
e prima di giungere a Parigi
per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare ad essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
distruggeranno Roma
e sulle sue rovine deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento.
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