Salve, mi chiamo Agostina Carmen Scarano e sono una vostra lettrice. Ho deciso di rivolgermi a Ciavula per informare quanta più gente possibile sull’ iniziativa “ Una Ciocca per la Vita” da me organizzata. Domani, giovedì 27 ottobre 2016, chi vorrà potrà donare presso il mio salone, in via Paolo Orsi a Caulonia Marina, una ciocca dei propri capelli per la realizzazione di parrucche da destinare ai malati di tumore. Molte volte chi non viene toccato da vicino non pensa quanto valore abbia una ciocca di capelli per le persone che lottano contro questo terribile male. Domani, dalle ore 9:00 alle ore 19:00, potrete compiere un piccolo ma grande gesto che non costa nulla perché è assolutamente gratuito. Le uniche richeste sono: capelli puliti, assenza di meches o chatouche e una lunghezza di almeno 25 centimetri. I pazienti oncologici che non hanno la possibilità economica di acquistare una parrucca possono quindi rivolgersi a me per riceverla gratuitamente.
Adesso voglio raccontarvi qualcosa:
Perdere una persona che amiamo o in cui riponiamo grande ammirazione lascia un grande vuoto, una sensazione di assenza incolmabile, insostituibile, di impotenza e vulnerabilità assolute.
Ripercorriamo la nostra vita e la relazione che ci ha legati a quella persona e inevitabilmente immaginiamo tutto quello che avremmo voluto dirle o condividere con lei. Paura, dolore, senso di inadeguatezza ci colgono.
E poi eccoci sorpresi dalla paura più grande a cui nessuno può sottrarsi: quella di ammalarsi e di morire. Di aver sprecato tanto tempo ed energia in cose futili, di non avere realizzato i nostri sogni e desideri, di aver troppo sofferto, di aver commesso degli errori. Dimentichi che la sofferenza e l’errore possono essere grandi maestri.
Tutti abbiamo sentito parlare del cancro. Una “brutta” malattia, talmente complicata che non esiste una terapia valida per tutti perché per ogni individuo assume una forma diversa: ed ecco che alcuni si salvano e altri no. Il cancro non è soltanto una malattia ahimè molto comune, ma è anche uno strumento di emarginazione sociale per le persone che ne sono affette, confinate in una silenziosa solitudine. A una persona che scopre di non avere speranza di sopravvivere dovrebbe essere garantito il diritto di una qualità di vita il più possibile alta per il tempo che le rimane affinché questo tempo abbia un senso.